DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO



Il Vangelo di oggi prende spunto dall’osservare il tempio: vanto degli ebrei e degli stessi apostoli. Gesù li delude dicendo che non ne sarebbe rimasta pietra su pietra, e prosegue con un discorso più generale che parla sostanzialmente di distruzione e di speranza. Il tutto legato al suo ritorno glorioso. Questa pagina non solo apre il tempo di Avvento, ma rivela, ancora una volta, il senso stesso di tutta la storia umana il cui traguardo è Cristo stesso.

Ci sono immagini che ci fanno pensare al travaglio della storia e dei discepoli di Gesù:
guerre e terremoti, tradimenti e persecuzioni. Ma ci sono altre immagini che ci rassicurano sull’esito finale di questo travaglio:
non lasciatevi ingannare, il Vangelo annunciato in tutto il mondo, chi persevererà fino alla fine sarà salvato.

L’immagine dell’inizio dei dolori fa pensare alle doglie del parto, come le aveva esemplificate Gesù stesso in un’altra occasione, superate e dimenticate per la gioia di una vita nuova che è nata, come a riassumere gli sconvolgimenti che ci saranno e la comparsa gloriosa del Figlio dell’Uomo. Questa pagina ci ricorda che l’attesa è la caratteristica con la quale vivere il tempo che ci è dato: non tanto attesa di qualcosa, quanto attesa di qualcuno, di Lui.

Chiediamoci: è Lui il mio Signore? È Lui che attendo?

La giusta attesa di Lui non genera ansia, ma laboriosità; non spaventa, ma dà fiducia; genera perseveranza, non dissipazione. E’ questa speranza dell’incontro finale con Gesù che rende lieta e operosa la nostra vita e dà la connotazione giusta alla nostra fede.

Dice il nostro Vescovo:
“Il cristianesimo senza speranza, senza attesa del ritorno glorioso di Cristo, si ammala di volontarismo, di un senso gravoso di cose da fare, di verità da difendere, di consenso da mendicare”. Mentre Papa Paolo Vi così concludeva una sua preghiera: “Tu ci sei necessario o Cristo, o Signore, o Dio con noi, per imparare l’amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della tua carità la nostra via faticosa, fino all’incontro finale con te amato, con te atteso, con te benedetto nei secoli”.


Don Gabriele

vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

 

 

 

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