BARZIO: DAL BASEBALL DI IERI AGLI OSTACOLI DI OGGI. PIAZZA GARIBALDI IN 100 ANNI DI FOTOGRAFIE



BARZIO – La cerimonia di commiato della Compagnia della Brigata ‘Taurinense’, domenica scorsa nella piazza di Barzio al termine della settimana di addestramento nel territorio, è occasione per rispolverare alcune fotografie ingiallite dell’area presidiata dal leone e intitolata a Giuseppe Garibaldi. Ad accompagnarci un volume, “Barzio, immagini di un paese“, pubblicato dall’amministrazione comunale nel 1980, e il fornitissimo Archivio Ganassa Giuseppe.

Il reperto più antico che possiamo proporre risale 1910: una coppia di foto – colorate digitalmente – che documenta la piazza da due prospettive opposte.

La fotografia successiva è invece del 1913. Nello scatto è immortalata la piazza prima dell’ampliamento, con la storica Osteria della Stella (oggi negozio di abbigliamento e articoli sportivi) già trasformata in albergo con l’aggiunta dell’ala realizzata nel 1900. A valle del muretto solo prati e orti non essendo ancora stata tracciata la strada bassa per Cremeno che si congiungerà alla piazza attraverso la salita di via Roma (dove oggi troviamo la farmacia).

Passiamo al 1927/28. Rispetto all’immagine precedente, l’occhio del fotografo ora dà le spalle alla vecchia Osteria e inquadra la chiesa di Sant’Alessandro. Si riconoscono il sagrato nella struttura originaria e il lavatoio pubblico coperto nel 1899. Al livello del piazzale, sotto la linea tracciata dal campanile, è in evidenza il terrazzo della Casa del Fascio “Oberdan” costruito un paio di anni prima.

La foto successiva è del 1930: nel frattempo è stata costruita la salita di via Roma. L’anno dopo compare anche lo Chalet.

Nel 1934 il grande cambiamento è la chiesa: ampliata e rovesciata durante i lavori del ’33.

Girando lo sguardo ecco l’albergo Stella ricco di graffiti e decorazioni, sulla destra l’ingresso del cortiletto della trattoria Rognoni e, a sinistra, l’ufficio telefonico pubblico (in quella sede dal 1931 al 1938). Si nota la neve e l’abbigliamento dei barziesi rivela che la fotografia è stata scattata in un giorno di festa.

Nel 1939 l’albergo Stella presenta la nuova sala da pranzo realizzata rialzando il terrazzo. Dall’altro lato di piazza Garibaldi sull’area del vecchio lavatoio è sorto l’albergo Principe.

La foto del 1940 dà bene l’idea dell’ampiezza della piazza Garibaldi dell’epoca, nonostante (sulla destra) insistesse ancora l’ampio fossato in terra battuta che serviva da accesso alle casere Buzzoni (negli altri scatti due particolari del fossato). Si riconosce il terrazzo del Fascio – in altra angolazione – e ai suoi piedi l’edicola dei giornali.

Si arriva così all’estate del 1941. Tutt’attorno al leone e al monumento ai Caduti si distribuisce il comando di stanza a Barzio della Brigata Brennero. Oltre ai soldati sono numerosi i cittadini, in strada e sulle balconate. Riconoscibili anche le braccia tese del saluto fascista.

Superata la guerra, il 1951 è un punto di svolta per piazza Garibaldi grazie al nuovo ampliamento dovuto alla demolizione della Casa del Fascio e al riempimento del fossato sulla destra. L’albergo Principe ha assunto la forma e le dimensioni del tutto simili a quelle odierne. Il monumento ai Caduti è privo del leone in bronzo, sequestrato dal regime per la fusione ad uso bellico. Curiosità poco nota: il giardinetto al centro dell’inquadratura (oggi vi sorge l’ufficio turistico) all’epoca ospitava l’area detta ‘batador’ così rinominata perché usata come rudimentale campo da baseball, gioco importato dagli emigranti che ritornavano dall’America.

Con il boom economico, da punto di ritrovo per i barziesi la piazza diventa passaggio obbligato per i turisti che da lì possono godere di una invidiabile vista sulle Grigne. Si ritagliano stalli per le automobili mentre i bar avanzano con i tavolini e le tende parasole.

Veniamo all’oggi e osserviamo come nel nuovo millennio ha decisamente cambiato volto uno dei più affascinanti balconi affacciati sulle Grigne, forse unico in Valle per ampiezza.

Negli ultimi decenni infatti si è abbandonato il concetto di piazza quale “area libera, priva di ostacoli, limitata in tutto o in parte da costruzioni” riportato nei dizionari, preferendogli una soluzione di spazi ben definiti e ridotti, a tratti anche claustrofobico. Negli anni piazza Garibaldi si è popolata di aiuole, cespugli, fioriere e cartelli, panche e tavoli, immancabili parcheggi, per non parlare di catene, paracarri e gradini – con ben poca sensibilità verso l’abbattimento delle barriere architettoniche.

L’ultima foto della carrellata, scattata domenica scorsa alla parata degli Alpini del Battaglione “L’Aquila”, mostra come oggi difficilmente si sarebbero potuti schierare più uomini, quali ad esempio quelli della Brigata “Brennero” 81 anni prima, i quali questi ultimi, senza nulla in cui inciampare, ebbero certamente meno difficoltà a ridisporsi in corteo al termine della cerimonia.

Cesare Canepari

 

 

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