Un Pomi ”straniero” porta nei migliori teatri il cognome valsassinese



Nel piccolo studio di Via Rocha a Montevideo, Jose Luis Pomi, discendente di valsassinesi, custodisce diversi “tesori” della sua storia personale e familiare.Foto storiche di parenti garibaldini, locandine di concerti in giro per il mondo e uno stemma molto particolare: quello della Famiglia Pomi di Primaluna.“Nello scudo dei Pomi” commenta il tenore, “ci sono sette mele, una per ogni giorno della settimana più due stelle, quelle della felicità e l’abbondanza”

Pomi, nato a Montevideo inizia i suoi studi di piano e solfeggio molto giovane, nel 1960 passa al canto lirico con il maestro Domingo Dente,il suo unico Maestro.

Dal 1961 partecipa in diversi concerti sia in Uruguay che nei più importante teatri di América e Europa, interprettando le più importanti opere liriche a livello mondiale.

José Luis Pomi, il tenore italo-uruguaiano

“Mio nonno era valsassinese, nato a Primaluna, esattamente a Barcone, ed é arrivato in Uruguay ad inizio del secolo 20.“Il primo negozio che mio nonno ha aperto, é stata una fabbrica di cucine a legna, dopo, sempre a Montevideo, si é messo in società con la famiglia Acquistapace cambiando la produzione di stufe di legna a cucine a kerossene.

”“Da miei zii, che erano tanti, due sono diventati cantori, e io ho ereditato questo gusto per la musica, da 43 anni che canto come proffessionista, ma mi sono avvicinato al canto cinquanta anni fa.”

“Ho girato il mondo” spiega Pomi,”Buenos Aires, Spagna, Stati Uniti, Sud America e Italia ovviamente. Negli ultimi quattro anni sono andato parecchie volte a Italia con un repertorio tutto italiano.

”Si sente uruguaiano ma in casa continuano ad avere delle abitudini italiane come le mangiate delle domenica in famiglia, la polenta che viene ancora tagliata con un filo di cucire (da piccolo, aggiunge, si mangiava a volte per tutta la settimana) ci teniamo a tramandare ai nostri nipoti le abitudini italiane, soprattuto quelle “valsassinese”.

Pomi ci racconta storie di immigranti, di solidarietá, “tutti arrivavano alla stessa casa, quella di Vilardebó 1570 nel quartiere Reducto di Montevideo”, “cosi abbiamo visto sfilare nella vecchia casa decine di valsassinesi, mi ricordo alcuni cognomi come Acquistapace, Baruffaldi, Maroni, Paroli, Ossola, Melesi” commenta Pomi “ma quello che ricordo perfettamente era il carattere delle persone che arrivavano in Uruguay delle terre lontane, pronti a lavorare in quel che sia, senza problemi ne scelte…e cosi hanno fatto anche loro l’America a modo suo”
 

Lo stemma dei Pomi appeso nello studio del cantante a Montevideo

Vilardebo’ 1570, qui erano ricevuti i valsassinesi appena sbarcati in Uruguay

 
Intervista al tenore "valsassinese"

 

 

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