FORNACE, SOTTO IL VESTITO… UN MUSEO. CON 100MILA EURO DI FIDEIUSSIONE DA “CACCIARE” PER GESTIRLO



BARZIO – In questi giorni si sta discutendo (con intervento anche di ex presidenti – 1/2) dell’aspetto esteriore del nuovo fabbricato sorto nell’area delle Fornaci di Barzio, e molte critiche sono piovute in merito alla tettoia in lamiera. Al di là del “vestito”, però, la Comunità Montana la scorsa settimana ha pubblicato un avviso di “Manifestazione di interesse” (da presentarsi entro il 29 marzo prossimo) per la gestione del nuovo stabile e di quanto in esso sarà custodito.

In primo luogo viene definitivamente chiarito che all’interno della ex fornace ci sarà un Museo che viene così definito: “Istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico,che fa ricerca sulle testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente, le raccoglie, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, educativi e ricreativi”.

L’affidamento della gestione del Museo rientra nel  proprio “Progetto integrato strategico di valorizzazione del patrimonio sociale, culturale e turistico”.

Ma chi può legittimamente “manifestare l’interesse”?

Ecco il breve elenco: “le agenzie di sviluppo locale; le società e le associazioni culturali; gli enti di promozione culturale; i centri studi; i soggetti assimilati”.

Ma quali dovranno essere i compiti del soggetto che diventerà gestore?

Qui l’elenco è decisamente un po’ più lungo e impegnativo. Basti pensare che dovrà “promuovere lo sviluppo locale con riferimento agli aspetti culturali (conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale) e turistici; innalzare il livello qualitativo dei servizi offerti e della dotazione delle infrastrutture culturali presenti sul territorio; favorire l’immissione di risorse finanziarie esterne, anche tramite compartecipazione dei privati ai progetti del soggetto gestore; garantire il corretto utilizzo delle risorse messe a disposizione”

Ma non finisce qui, perché il soggetto individuato dovrà anche “avviare un percorso di strutturazione ed organizzazione a step successivi e concordati, finalizzati all’attuazione di tutte le azioni promozionali ed organizzative convenzionate e programmate per valorizzare il proprio iniziale sistema di competenze e coinvolgere professionalità esterne e imprese private attorno ai propri progetti promozionali”

Inoltre, “dopo una prima fase di start up e consolidamento organizzativo ed economico concordato della durata prevista di due anni, il soggetto gestore dovrà essere in grado di rendersi autonomo per quanto riguarda l’autofinanziamento delle attività di promozione ed incoming e quindi di auto sostenere le attività di gestione della promozione territoriale convenzionata”.

Infine, “il soggetto dovrà operare nei campi dello sviluppo locale, della fornitura di servizi di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e turistico, dell’accompagnamento di iniziative imprenditoriali nel settore turistico ed agrituristico”.

La Comunità Montana individua anche le “azioni minime” in capo al soggetto che dovrà svolgere “attività di promozione e marketing territoriale sui mercati di riferimento”, porre in essere “interventi di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale”, realizzare e sviluppare “il portale di promozione turistica”, definire pacchetti turistici e “Carte esperienza Valsassina”; commercializzare anche online i suddetti pacchetti turistici e le “Carte esperienza Valsassina”; organizzare il calendario degli eventi culturali e turistici da condividere in primis con la Comunità Montana, e successivamente con le associazioni e le realtà territoriali, anche al fine di integrare con gli stessi i pacchetti turistici proposti”; sottoscrivere una convenzione con la Provincia di Lecco “per la collaborazione/gestione attività ex IAT”;  coordinarsi con la società organizzatrice della Sagra delle sagre; predisporre “dei contenuti scientifici, anche tramite l’eventuale collaborazione con Centri Studi e Documentazione”; coinvolgere le “associazioni culturali locali al fine di valorizzare il loro know how (inteso come complesso di conoscenze scientifiche o di altro tipo caratterizzanti il patrimonio intellettuale/tecnico dell’Associazione) ed al contempo ottenere economie di scala”;  coinvolgere “soggetti privati/imprese ai quali può derivare un ritorno economico dalla valorizzazione congiunta ed integrata di beni culturali e turistici del territorio”; collaborare “oltre che con la Comunità Montana, con la Provincia di Lecco e la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Lecco”; rispettare “le linee di indirizzo e degli obiettivi individuati oltre che degli obiettivi dellacomponente pubblica”; predisporre “un modello gestionale da inoltrare alla Comunità Montana a seguito di presentazione dell’offerta”.

Detto che la durata dell’incarico sarà decennale, a carico del gestore saranno tutti gli oneri derivanti dalla gestione: riscaldamento, luce, acqua, pulizie, manutenzione ordinaria, custodia, taglio erba, riparazioni ordinarie a immobili e impianti.

In ultimo, il soggetto assegnatario dovrà presentare una fideiussione di 100.000 euro a favore della Comunità Montana.

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