ACQUE VALSASSINESI ANCORA SFRUTTATE: VIA LIBERA DALLA PROVINCIA, ESPROPRI COMPRESI, ALLA CENTRALE SUL VALLE DEI MULINI A CORTENOVA



CORTENOVA – E giù. Ancora un disco verde dall’amministrazione provinciale (Direzione Organizzativa V Ambiente e Territorio) allo sfruttamento delle acque della Valsassina. Questa volta si tratta della “costruzione di un impianto idroelettrico sul Torrente Valle dei Mulini nel Comune di Cortenova“. Approvato infatti nei giorni scorsi il progetto presentato dalla Varrone Energia S.r.l. (del gruppo valtellinese Bissi Holding, ben noto specie nel premanese) con l’apposizione, “per la durata di 5 anni dalla data del presente decreto”, del “vincolo preordinato all’esproprio relativamente ai mappali di cui al piano particellare sulle aree interessate dalle opere”. La Provincia inoltre dichiara, “ai sensi dell’art.12 del D.Lgs. 387/2003 e s.m.i., la pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità delle opere in parola”.

> QUI TUTTO IL DOCUMENTO DELLA PROVINCIA

CAPTAZIONE TORRENTE PER CENTRALINA IDROELETTRICAI lavori dovranno iniziare “entro il termine di mesi 12 dalla data di approvazione del progetto e concludersi entro mesi 36 dalla data di inizio”. Insomma, dopo il recente via libera ad un nuovo impianto idroelettrico sul torrente Pioverna nei territori dei Comuni di Cortenova e Taceno (gennaio 2016) ecco un secondo affondo a poca distanza da parte dei “signori dell’idroelettrico”. E così la Valsassina si conferma bacino prediletto per la captazione delle acque a scopo di business, con Premana notoriamente in primissima linea (è risaputo che si tratta in questo senso del Comune più sfruttato d’Italia) ed altre aree di questo territorio nel mirino delle società specializzate. Che fanno il loro, certo; come è altrettanto evidente che svariati enti pubblici – ma pure parte della popolazione – non resistono affatto alla conquista delle nostre acque da parte di soggetti economici, quasi sempre esterni e comunque assetati di profitti.

Malgrado la citata scarsa resistenza, va segnalato che “avverso il presente provvedimento può essere proposto ricorso giurisdizionale al TAR competente entro 60 gg. o ricorso amministrativo straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 gg”. La pubblicazione è avvenuta il 23 marzo, fate i vostri calcoli. Ma si deve pure sottolineato come quel “TAR competente” (oltretutto) non sia semplicemente il tribunale Amministrativo della Lombardia, con sede a Milano; no, troppo facile… Chi volesse appellarsi dovrebbe farlo nientemeno che allo scomodo Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche in Roma.

Palazzo di Giustizia

 

 

 

 

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