TRAGEDIA AEREA DI PREMANA: “ERRORE UMANO, MA ANCHE INADEGUATA PIANIFICAZIONE DEL VOLO”



archivio15456.jpgPREMANA – Si tratta di un vero e proprio scoop giornalistico messo a segno dal collega Andrea Morleo del quotidiano “Il Giorno“. Nelle cui pagine lecchesi stamattina campeggia l’articolo con le conclusioni dell’inchiesta da parte dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, giunta a chiarire alcuni aspetti fondamentali della tragedia del 9 giugno 2014 nella quale hanno perso la vita tre persone (i coniugi di Abbadia Lariana Franco Gianola, 72enne, e la moglie Adele Croci di 68 anni e il pilota comasco 33enne Pietro Brenna).

IDRO2L’indagine dell’ANSV registra una virata di 180 gradi a bassa velocità che avrebbe causato lo stallo delvelivolo, la perdita di quota e l’impatto dell’ala sinistra contro un abete; escludendo invece l’ipotesi di una avaria e confermando  come l’idrovolante “volasse a una quota molto bassa”, come testimoniato da varie persone.

Secondo la ricostruzione, il Cessna 172 partito da Como entrato in Valvarrone direttamente da Dervio. Poi il mezzo passa a fianco di Premana a quota 950 metri circa; il pilota successivamente “vira verso est seguendo la Valvarrone con l’intenzione di dirigersi verso il Pizzo dei Tre Signori”, località concordata con il figlio che ne aveva fatto richiesta all’Aero club.

Ma nella valle dei Forni “il terreno sale rapidamente fino a superare i 2100 metri in meno di sei chilometri e si restringe togliendo la possibilità di garantire una via di scampo”.

http://lecconews.lc/wp/wp-content/uploads/2014/06/Brenna-Pietro.jpg“Il pilota – affermerebbe la relazione dell’ANSV – si è probabilmente accorto che la potenza disponibile del motore non equivaleva a quella necessaria per la prosecuzione”. Pietro Brenna capisce allora di essere in trappola e tenta una disperata virata, che non riesce.

Errore umano, forse, ma anche “inadeguata pianificazione del volo” da parte dell’Aero club di Como, non in possesso del Certificato di operatore aereo richiesto dall’Enac per i cosidetti voli di propaganda.

Per questo il Gup si è opposto all’archiviazione chiesta dal PM Citterio e ha invece iscritto nel registro degli indagati Giorgio Porta, presidente dell’idroscalo comasco.

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