SOCCORRITORI CERCANSI, UNA VOCE DALL’INTERNO: “REGOLE E PROTOCOLLI, SVILITA LA FIGURA DEL VOLONTARIO”



Egregio Direttore,

in merito al suo interessante articolo [sotto, ndr] e sondaggio vorrei fare una riflessione “a voce alta” da Soccorritore Esecutore ancora in esercizio, la cui prima abilitazione risale al 1981.

CROCE ROSSA PREMANA, APPELLO DI CINQUE SINDACI: “MANCANO VOLONTARI, ISCRIVETEVI AL PROSSIMO CORSO”


In oltre quarant’anni il Mondo è cambiato molto e con esso anche il Volontariato, senza far distinzione di Corpo, Croce, Associazione o altro. Da un aspetto molto “fisico” e volenteroso, si è passati ad un aspetto molto più tecnico e di risorse economiche, per finire al momento attuale, gestito da regole e protocolli.

In pratica si è svilita la figura del Volontario, che in base alla sua disponibilità temporale metteva a disposizione quanto poteva per aiutare gli altri. Oggi riunioni, corsi, esami, procedure consumano la maggior parte del tempo a disposizione del volontario, allontanando queste preziose risorse  a favore degli “stipendiati”,  aggravato dall’attuale schema di regole che comportano responsabilità giuridiche estremamente forti.

Ecco quindi che mentre da un lato la tecnologia aiuta con strumentazioni sempre migliori, dall’altro fra bodycam, videochiamate e registratori vari (come nel DAE) potrebbero evidenziare il mancato rispetto anche di un qualsivoglia passaggio, che sebbene completamente ininfluente ai fini del buon esito del soccorso, potrebbe portare a conseguenze.

Ecco quindi l’amletico dubbio: lascio o resto? e per i neofiti: chi me lo fa fare ? 

Non dimentichiamoci che per diventare attualmente Soccorritore secondo AREU servono 120 ore di corso (42+78) che diluiti ragionevolmente su 4 ore a settimana, sono 30 settimane ovvero 7-8 mesi come minimo… tanta roba. Poi ci sono gli affiancamenti obbligatori,  corsi aggiuntivi per ECG, patente in emergenza e ancora altri, oltre ad avere obbligo di turni (pena decadenza) e riqualifica biennale etc…

Sicuramente fare il soccorritore esecutore è un’attività importante, seria e di responsabilità, che deve essere di aiuto proattivo, tuttavia l’impegno richiesto e le responsabilità alle quali soggiacere (anche in ambito pandemico) sono veramente molto opprimenti. 

All’estero si chiede qualcosa in più ai soccorritori che però sono tutti stipendiati e con una laurea triennale in servizi infermieristici o titolo equipollente (il famoso paramedico). 
In Italia sembra di vivere il “voglio ma non posso”. Semplicemente si vorrebbero Volontari bravissimi ed espertissimi a costo zero senza capire che lo “spirito di corpo” viene distrutto dalle troppe ed inopportune regole. 

Mi auguro che fra i lettori vi sia qualche Presidente che leggendo quanto sopra possa snellire procedure, offrire coperture assicurative, generare positività e fare in modo che la propria Associazione o Comitato sia realmente inclusivo e non esclusivo sotto il peso della burocrazia, adatta per lavoratori subordinati, ma anossica per volontari.

Lettera firmata 
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