DON STEFANO: IL VANGELO DI DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA

Non deve essere stato un momento facile per Gesù. Giovanni era stato arrestato. La vita di Giovanni era stata tutta orientata ad offrire una testimonianza evidente, autorevole ed efficace di quello che poi lui, Gesù, avrebbe donato con tutta la sua vita. Era il suo precursore, le prime luci di un nuovo giorno, quello della nuova vita con Dio, per Dio e in Dio. Come doveva essere inteso l’arresto di Giovanni? Cosa suggeriva a Gesù? Lo preoccupava? Lo scoraggiava? Lo spaventava? 

Sente il bisogno di allontanarsi dalla Giudea e di fermarsi a Cafarnao, lì chiamerà i primi discepoli a seguirlo.

Al battesimo presso il Giordano, Giovanni Battista era stato sorpreso da Gesù per la sua decisione di mettersi in fila tra i peccatori. Dall’inizio della sua vita pubblica Gesù voleva manifestare in modo significativo che la giustizia di Dio era la fedeltà alla sua misericordia, amore offerto a chi non lo merita, a chi ancora è lontano. Gesù ha voluto dire anche a Giovanni Battista che Dio Padre ama ogni uomo sempre, comunque e ad ogni costo. Giovanni è stato chiamato a convertirsi a questa verità perché anche “la voce dal cielo” attestava che il Padre era profondamente contento della scelta del Figlio Amato, Gesù, di mettersi in fila tra i peccatori. Mi piace pensare alla fortissima provocazione offerta da Gesù che in un silenzio profondo affida a tutti, anche a Giovanni Battista, una Parola nuova, decisiva nella sua disarmante semplicità, affidata al gesto di porsi in fila tra i peccatori. Quei pochi metri di distanza dalla posizione del battezzatore avrebbero “gridato” a tutti la necessità della conversione del proprio cuore all’ostinato, fedele e gratuito amore di Dio per ogni uomo. Pochi metri che purtroppo per noi a volte sono una distanza che non riusciamo a percorre nel cammino di una vita. Gesù ci invita non solo credere a in Dio ma a credere che lui ci ama mentre noi siamo nel peccato.

Dopo l’arresto di Giovanni Gesù sente il bisogno di una sosta di discernimento. Poi sicuramente confortato nella preghiera dalle parole udite dal Padre nel giorno del suo battesimo Gesù decide di essere con tutta la sua vita luce dell’amore misericordioso di Dio che si accende nelle tenebre del cuore di tutti. Credo Gesù volesse cosi anche non rendere vana la testimonianza di Giovanni che era poi stato capace di definirsi come “amico dello sposo”, testimone felice della gioia di Dio di avere a che fare con noi, suoi figli amati. Nel suo ritiro a Cafarnao Gesù si è deciso ad essere luce che vince la tenebra peggiore che può avvolgere il cuore dell’uomo quella di dubitare dell’amore e della misericordia di Dio. E ha iniziato a predicare lì dove l’uomo vive la quotidianità della sua esistenza con un annuncio bellissimo: “Il regno di Dio è qui. Dio ci sta amando! Convertitevi perché Dio ci sta amando tenacemente, teneramente. Viviamo il suo amore! Lasciamoci amare e anche noi amiamo lui e chi egli ama!”



Don Stefano Colombo

Casa Paolo VI – Concenedo