VALSASSINA – Nuova puntata della rubrica di VN dedicata al mondo degli animali – in particolare (ma non solo) quelli che ci sono più vicini e fanno proprio parte delle nostre famiglie. RACCONTI BESTIALI è uno spazio quindicinale che ogni due settimane ci accompagna alla scoperta dei nostri amati cani, gatti e altre creature da comprendere per apprezzarle al meglio. A cura delle veterinarie Rosa Gorio ed Elisabetta Mariani.
RACCONTI BESTIALI – Cane guida per non vedenti: come la pensiamo
 La vita di un cane da conduzione per persone non vedenti non viene spesso raccontata per quella che è davvero. L’argomento è molto delicato da trattare, visto e considerato che i cani che svolgono questo compito nell’immaginario collettivo sono considerati alla stregua di eroi al servizio dell’umanità. Ed effettivamente il loro ruolo è salvifico per molte persone che purtroppo hanno perso il senso della vista e ci sono professionisti che si sono formati proprio specificamente per addestrarli e centri in Italia in cui, ormai principalmente Golden e Labrador Retrievier, vengono selezionati per diventare “gli occhi” di chi non vede più.
La vita di un cane da conduzione per persone non vedenti non viene spesso raccontata per quella che è davvero. L’argomento è molto delicato da trattare, visto e considerato che i cani che svolgono questo compito nell’immaginario collettivo sono considerati alla stregua di eroi al servizio dell’umanità. Ed effettivamente il loro ruolo è salvifico per molte persone che purtroppo hanno perso il senso della vista e ci sono professionisti che si sono formati proprio specificamente per addestrarli e centri in Italia in cui, ormai principalmente Golden e Labrador Retrievier, vengono selezionati per diventare “gli occhi” di chi non vede più.
Fatta questa premessa, come anticipavamo, non si sa molto dello stile di vita che però questi animali conducono che non è in linea con le necessità etologiche di un cane e che vede quest’ultimo privarsi di molti aspetti fondamentali per una vita in cui vengono rispettati completamente i suoi desideri e i suoi bisogni.
Questa situazione potrebbe cambiare, migliorando la vita sia al cane che al conduttore, che davvero potrebbe essere del tutto autonomo grazie a degli occhiali che attraverso un sistema di intelligenza artificiale fanno sì che i non vedenti possano orientarsi senza l’animale al fianco o l’uso del bastone.
Un prototipo di occhiali guidati dall’IA è allo studio in Cina per consentire totale autonomia a persone non vedenti o ipovedenti, eliminando così l’uso dei cani e dei bastoni. Si lavora per evitare lo stigma sociale e rendere la persona libera anche da pregiudizi sociali e uno strumento di questo tipo aiuterebbe anche i cani a vivere una vita in linea con i loro bisogni etologici che, giocoforza, vengono messi da parte a favore del supporto che devono dare agli esseri umani.
 Un team di ricercatori della Shanghai Jiao Tong University ha sviluppato degli “occhiali intelligenti” che offrono assistenza in tempo reale alle persone non vedenti, aiutandole a orientarsi in modo indipendente.? Il software alla base del funzionamento prevede l’uso di un mini computer della grandezza di una carta di credito che viene installato sui Google Glasses, prototipo su cui lavorava il gigante di Mountain View e che poi non ha mai visto la luce sul mercato. La microcamera di cui sono dotati gli occhiali rimanda ciò che vede intorno e davanti a sé all’IA che elabora le informazioni identificando tutto ciò che c’è nel contesto e sul percorso, dagli ostacoli agli oggetti. La persona che indossa gli occhiali riceve a sua volta indicazioni attraverso vibrazioni e segnali sonori che sfruttano la conduzione ossea mentre le orecchie rimangono libere di ascoltare i suoni dell’ambiente circostante.
Un team di ricercatori della Shanghai Jiao Tong University ha sviluppato degli “occhiali intelligenti” che offrono assistenza in tempo reale alle persone non vedenti, aiutandole a orientarsi in modo indipendente.? Il software alla base del funzionamento prevede l’uso di un mini computer della grandezza di una carta di credito che viene installato sui Google Glasses, prototipo su cui lavorava il gigante di Mountain View e che poi non ha mai visto la luce sul mercato. La microcamera di cui sono dotati gli occhiali rimanda ciò che vede intorno e davanti a sé all’IA che elabora le informazioni identificando tutto ciò che c’è nel contesto e sul percorso, dagli ostacoli agli oggetti. La persona che indossa gli occhiali riceve a sua volta indicazioni attraverso vibrazioni e segnali sonori che sfruttano la conduzione ossea mentre le orecchie rimangono libere di ascoltare i suoni dell’ambiente circostante.
Gli occhiali, poi, vengono collegati a loro volta a guanti speciali che la persona indossa: sono fatti di pelle sintetica che restituisce alla persona con problemi di vista anche un feedback tattile utile ad avere una maggiore percezione dello spazio in cui si trova.
Sostituire attraverso la tecnologia l’uso dei cani è dunque un passo in avanti non solo per l’indipendenza totale della persona non vedente, ma anche un modo per non pesare sulle casse degli enti pubblici e dei portafogli dei donatori privati: i soldi, in generale, potrebbero essere così destinati ad altro. Questo da un punto di vista strettamente umano centrico. Anche per gli animali coinvolti ci sarebbe la fine di quello che comunque è uno sfruttamento, sebbene – sia chiaro – le associazioni che si occupano di sovvenzionare i costi di un cane per non vedenti e le altre che si occupano di questo tipo di addestramento hanno a cuore il benessere degli animali e c’è consapevolezza, da quando l’addestramento classico è stato soppiantato da un approccio cognitivo zooantropologico, di quanto il tipo di vita a cui vengono obbligati li privi di alcune necessità etologiche fondamentali.
 Come vive, infatti, un cane da conduzione per non vedenti? Sin dalla nascita il suo destino è segnato da un percorso di relazioni a intermittenza. I cuccioli, infatti, vengono affidati a famiglie che li terranno con loro per un periodo relativamente breve ma fondamentale: l’età evolutiva che va dai due ai dieci mesi in linea di massima, in cui si legano alle persone con cui stanno e a cui sono stati destinati proprio per abituarli a una vita in casa per imparare la normalità di essere parte di un gruppo sociale di umani.
Come vive, infatti, un cane da conduzione per non vedenti? Sin dalla nascita il suo destino è segnato da un percorso di relazioni a intermittenza. I cuccioli, infatti, vengono affidati a famiglie che li terranno con loro per un periodo relativamente breve ma fondamentale: l’età evolutiva che va dai due ai dieci mesi in linea di massima, in cui si legano alle persone con cui stanno e a cui sono stati destinati proprio per abituarli a una vita in casa per imparare la normalità di essere parte di un gruppo sociale di umani.
Una volta però che si sono affezionati e legati al nucleo cui sono stati affidati, ecco che rientrano nel centro di addestramento dove avviene la fase di valutazione per comprendere se hanno le qualità adatte a diventare dei conduttori di persone non vedenti. A livello relazionale si legheranno così ai loro addestratori e vivranno per la seconda volta in un nuovo ambiente che per un certo periodo di tempo diventerà la loro casa più o meno dai 12 ai 18 mesi.
Una volta formati, ecco il terzo cambio. Gli addestratori e gli operatori sociali cercano il ‘match’ giusto tra i richiedenti del servizio e solo quando si creano le condizioni adatte ovvero si valuta che il binomio possa funzionare, il cane diventerà parte di ancora un’altra “famiglia”: quella che si forma tra lui e il non vedente cui è stato donato.
Ma la vita di cane da conduzione insieme alla persona priva della vista o ipovedente dura fin quando l’età anagrafica del cane lo consente e, in media, la ‘carriera’ finisce intorno agli 8 – 10 anni. Che fine fa quell’animale, poi?
 Alcuni rimangono con il loro umano di riferimento quando il legame che si è creato è diventata una vera e propria relazione affettiva. Molti invece rientrano nei luoghi dove erano stati addestrati e passano la ‘pensione‘ con gli altri cani restituiti e tutti – in base ovviamente anche allo stato psicofisico in cui si trovano – possono essere ancora adottati, qualora ci sia qualcuno che li vuole. Si tratterebbe, nel migliore dei casi, della quarta ‘famiglia’ della vita di un cane che ha dovuto subire distacchi emotivi molto intensi in così tanti momenti della sua esistenza.
Alcuni rimangono con il loro umano di riferimento quando il legame che si è creato è diventata una vera e propria relazione affettiva. Molti invece rientrano nei luoghi dove erano stati addestrati e passano la ‘pensione‘ con gli altri cani restituiti e tutti – in base ovviamente anche allo stato psicofisico in cui si trovano – possono essere ancora adottati, qualora ci sia qualcuno che li vuole. Si tratterebbe, nel migliore dei casi, della quarta ‘famiglia’ della vita di un cane che ha dovuto subire distacchi emotivi molto intensi in così tanti momenti della sua esistenza.
Questa è solo una parte della vita dei tanti Golden o Labrador che sono usati a questo scopo, poi bisogna anche focalizzare l’attenzione sullo stile di vita che conducono. L’addestramento li obbliga a non fare cose che sono proprio fondamentali per un cane e ne citiamo solo una per fare un esempio semplice: quando il cane è in modalità lavoro non può permettersi di annusare un odore che lo attira. Potrà sembrare una cosa da poco per noi che non abbiamo l’olfatto come senso elettivo ma attraverso il naso un cane legge il mondo, si informa di ciò che accade… praticamente vive e si sente vivo.
Detto tutto ciò e come premesso sin dall’inizio, qui non si sta discutendo sul valore intrinseco del ruolo di un cane guida per persone che hanno problemi gravi della vista ma su come si possa utilizzare l’ingegno umano a favore della nostra specie utilizzando la tecnologia per motivi altamente etici che vanno così a salvaguardare noi e gli altri esseri viventi. Molto utile sarebbe iniziare destinando i finanziamenti pubblici a ricercatori che lavorano a questo scopo, finalizzando il lavoro allo sviluppo di nuovi strumenti nel rispetto del benessere complessivo.
Dr.ssa Elisabetta Mariani
Presentazione delle nostre professionalità
 Eccoci qui! Come quando si entra in una casa nuova sono d’obbligo le presentazioni: siamo le dottoresse Rosa Gorio, medico veterinario esperto in comportamento ed Elisabetta Mariani, biologa con indirizzo fisiologico etologico.
Eccoci qui! Come quando si entra in una casa nuova sono d’obbligo le presentazioni: siamo le dottoresse Rosa Gorio, medico veterinario esperto in comportamento ed Elisabetta Mariani, biologa con indirizzo fisiologico etologico.
Entrambe siamo educatori cinofili con approccio cognitivo zooantropologico e ci occupiamo prevalentemente di cani, ma non solo.
Questa rubrica vuole raccontarvi delle curiosità sul mondo dell’animalità, ma anche sfatare miti e false credenze sulle creature grandi e piccole che popolano il nostro mondo, in particolare il nostro territorio valsassinese.
Non siamo “autoctone”, ma abbiamo scelto di vivere in Valsassina con le nostre famiglie, quindi ci perdonerete se parliamo di questo territorio come anche un po’ nostro: questa valle ci ha adottato e fatto sentire parte di questa comunità. La nostra formazione parte dall’Università perché entrambe abbiamo scelto delle facoltà che hanno come obiettivo lo studio del mondo animale e del suo benessere, pertanto il nostro percorso si è sempre arricchito di stages e specializzazioni che ci hanno portato ad avviare delle professioni con questi tipi di indirizzo.
Siamo unite, oltre che da un’amicizia decennale, anche dalla passione per la pedagogia, l’etologia e la comunicazione nel mondo animale. Il nostro approccio si differenzia dal metodo addestrativo in quanto tiene conto del mondo sistemico e del gruppo sociale a cui appartiene quell’animale, quindi per noi le modalità di intervento sono di carattere multidisciplinare.
Ci piace sognare e, in collaborazione con ATS Monza Brianza, abbiamo avviato delle serate per il conseguimento del “patentino per proprietari di cani” in modo da fornire più informazioni possibili, sostenute da persone qualificate, per fare cultura in ambito cinofilo, ma non solo. Grazie a questa opportunità, potremo arrivare a più persone e fare conoscere questo mondo e questo approccio che caratterizza le nostre professionalità e il nostro sguardo sul mondo.
Vi aspettiamo!
  Dr.ssa Elisabetta Mariani
Dr.ssa Elisabetta Mariani
Biologa e Formatrice
Istruttrice cinofila
con approccio CZ
 Dr.ssa Rosa Gorio
Dr.ssa Rosa Gorio
Medico Veterinario esperto in comportamento
Educatore cinofilo con approccio CZ


 
			



