PONTE DELLA VITTORIA, COMUNE E POLIZIA LOCALE SVENTANO GESTO ESTREMO

CREMENO – Come noto, questo quotidiano on line non sguazza mai nel torbido delle vicende personali più delicate, che culminano nel famoso “gesto estremo” – espressione a volte ipocrita per non usare il termine preciso quanto difficile da digerire: suicidio.

Ne diamo conto solo in pochissime occasioni, in particolare per diffondere buone pratiche e suggerimenti (vedi i consigli in calce a questo articolo) e in caso di tentativi “sventati”. Esattamente come nell’episodio di cui parliamo oggi, avvenuto nella serata di domenica, a Cremeno.

Andrea Piazza, comandante Polizia Locale dell’Altopiano

Sono le 21:30 circa, sull’ormai tristemente noto Ponte della Vittoria. Un uomo di 52 anni ha deciso di farla finita. Alle spalle una vita e una storia personale all’insegna di fragilità e grandi problemi; è palesemente pronto a compiere il gesto fatale quando si intromettono due dipendenti del Comune, avvertiti da alcuni ragazzi presenti in zona in quel momento. Il primo approccio frena provvisoriamente le intenzioni dell’uomo – giunto al ponte da Galbiate. Nel frattempo, viene allertata la Polizia Locale dell’Altopiano, che interviene con il comandante Andrea Piazza e riesce a “mediare”, convincendolo a desistere.

Arrivano anche i Carabinieri. Tutti insieme gli parlano, lo ascoltano a lungo raccontare la sua vita densa di difficoltà e brutte esperienze; lui alla fine si calma e accetta di essere caricato a bordo dell’ambulanza della Croce Rossa Valsassina, equipaggio giunto in loco dalla vicina sede di Balisio. In codice giallo viene portato all’ospedale di Vimercate.

Il sindaco di Cremeno Pier Luigi Invernizzi invia attraverso VN “Un ringraziamento ai dipendenti comunali intervenuti e alla Polizia Locale, che su segnalazione della presenza di una persona che si aggirava in modo “sospetto” sul ponte della Vittoria, sono prontamente intervenuti riuscendo a far desistere questo signore dal porre in essere gesti estremi. In questa occasione possiamo dire con soddisfazione di rappresentare un lieto epilogo e non essere costretti a constatare l’ennesima tragedia”.

Un caso, purtroppo raro, finito “bene” – se così si deve dire, considerate le circostanze complessive dell’accaduto. La conferma che l’attenzione e la solidarietà possono contribuire a salvare vite umane.

I complimenti sono d’obbligo proprio a chi ha deciso di dedicare del tempo a una persona vulnerabile, allungandone l’esistenza e consentendole quantomeno di riconsiderare la sua situazione.

RedVN

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