A INTROBIO PARK BLU DESERTI E OVUNQUE AUTO CHE IL COMUNE NON FA MULTARE

INTROBIO – In centro paese ci sono parcheggi nuovi di zecca, con strisce blu ben visibili e parcometri operativi.

Eppure, a giudicare da come vengono ignorati, potrebbero anche apparire come delle opere d’arte astratta. Le auto, infatti, si trovano ovunque fuorché lì: sui marciapiedi, a bordo strada e nel caso del “confine” nei più comodi – e gratuiti – parcheggi di Primaluna, pochi metri più in là.

Una situazione ormai sotto gli occhi di tutti e che fa registrare la provvisoria decisione di Villa Migliavacca di non  multare (per ora) chi contravviene – parcheggiando in modo irregolare. Un paese, due parcheggi: uno vuoto, l’altro pieno – e in divieto. Da quando sono stati introdotti i parcheggi a pagamento, in via sperimentale per un anno, l’equilibrio della sosta introbiese è saltato. Alcuni automobilisti hanno scelto la strada dell’economia, altri quella dell’abitudine. Il risultato? Gli stalli blu restano vuoti, mentre si moltiplicano le soste “creative”, non sempre conformi al Codice della Strada. C’è chi difende la pratica con un classico “si è sempre fatto così” e chi invece si chiede perché le regole, una volta scritte, debbano restare solo sulla carta. “Sosta libera, anzi… liberalissima”.

Il messaggio lanciato dall’amministrazione è chiaro: non ci saranno multe. Una scelta che per alcuni rappresenta buonsenso e flessibilità; per altri, invece, una resa alle consuetudini che svuota di senso l’intero sistema. La domanda sorge spontanea: perché dovrei pagare un euro all’ora per un parcheggio regolamentato, se a pochi metri posso lasciare l’auto dove capita, senza rischiare sanzioni? La minoranza “non ci sta”.

In consiglio comunale, l’opposizione dell’ex sindaco Airoldi ha già chiesto una revisione del piano parcheggi, contestando sia l’impostazione attuale, sia la comunicazione alla cittadinanza. Ma l’amministrazione difende la linea: i parcometri sono in prova per un anno, poi si tireranno le somme.

Nel frattempo, anche chi rispetta le regole inizia a sentirsi un po’ fesso. “Quando il disordine è… ordinario”.

Introbio si trova dunque davanti a un bivio: proseguire sulla strada della “tolleranza attiva”, oppure tornare a far rispettare le regole che essa stessa ha introdotto. Nel frattempo, le strisce blu restano vuote e silenziose.
Un po’ come un invito a cena rifiutato, mentre tutti si affollano nella cucina del vicino.

C. A. M.

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