Moschetti si nasce, Moschetti poi però si diventa.
Tu, da esperto moschettiere, ti muovevi tra sciabola e fioretto, le tue parole potevano accarezzare, potevano colpire, potevano fare male.
Lo sapevi e modulavi le frasi a seconda degli eventi, degli interlocutori, dei sentimenti, delle emozioni.
Come poter dimenticare i tuoi insulti sanguigni, i tuoi sguardi fulminanti e, dopo aver borbottato qualcosa, l’apertura in un sorriso.
Eri giullare ed eri re. Potevamo ridere a crepapelle per le tue battute improvvise e imprevedibili e al tempo stesso rispettarti per la tua competenza, spesso al servizio delle Istituzioni, degli amici, di chi ne aveva bisogno.
Eri un generoso in tutto, sapevi essere un vero signore in ogni occasione.
Marchigiano di origine e di parola, mai perdesti il gusto dell’ironia, una delle tue armi più preziose.
Eri un partigiano nel profondo, eri di parte, sempre e comunque, non ti nascondevi e non indietreggiavi quando combattevi per una causa in cui credevi.
Ti vidi avere un’ intuizione provvidenziale quando un politico navigato voleva essere sindaco per ragioni personali e probabilmente illegali.
Eravamo in tanti quelli sera del secolo scorso in una sala consiliare in cui si poteva tagliare l’aria con il coltello, quando il sindaco venne sconfessato.
Tu non guardavi lui che negava, provocava, procrastinava, con una specie di show, la sua prossima caduta libera.
Tu non toglievi gli occhi dal segretario comunale che disperatamente sfogliava il suo libro sacro e capiva che qualcosa non andava, che la situazione gli era completamente sfuggita di mano.
Tu avevi vinto e con te coloro che governarono successivamente con onestà.
Eri un protagonista, un incorreggibile narciso, ti piaceva, ci provavi gusto.
E le serate tra discussioni politiche, buon cibo e buon vino, in cui mischiavamo sacro e profano perché ci piaceva farlo.
Quanti aneddoti, quanti ricordi, l’emozione prende il sopravvento e la memoria porta alla luce anche ciò che era finito nei meandri delle dimenticanze.
E tu negli ultimi tempi? Ancora e sempre combattente, le grandi rabbie, i numerosi pensieri, le ficcanti parole, ti aiutavano a continuare a vivere anche quando avevi capito che non ne avevi ormai più.
Ti sei arreso due giorni fa, quando hai varcato quell’ultima soglia che ti avrebbe accompagnato alla morte.
Te ne sei andato ma il tuo ricordo rimane tra i tanti di noi che ti hanno amato e che hai amato.
Buon viaggio guerriero, buon viaggio amico, buon viaggio.
Un’amica di Mario