“CANONI PER L’ARTE CRISTIANA”, STASERA ORIANI NE PARLA A CREMENO

CREMENO – Il prossimo appuntamento con I Giovedì della Fucina è la conferenza dal titolo “Canoni per l’arte cristiana” a cura di Federico Oriani, storico locale e socio fondatore dell’associazione.

L’incontro è in programma giovedì 21 agosto a Cremeno, presso la sala conferenze della Banca della Valsassina, alle 21.
L’ingresso è libero.

Il relatore presenta così i contenuti della serata.

In che senso si parlerà di canoni artistici?

In duemila anni di storia, l’arte cristiana è evoluta sicuramente per i cambi di stile, ma soprattutto per il quadro delle norme che la hanno disciplinata, i cosiddetti canoni: regole che fissano quali soggetti vanno raffigurati e con quali modalità. Come il poeta doveva rispettare la metrica, così era per le arti figurative.

Dove erano stabiliti?

Non è mai esistito un codice unico. Bisognava rispettare la verità storica che era contenuta nelle descrizioni della Bibbia, nei vangeli apocrifi – erano diffusissimi e ben conosciuti anche in Lombardia -, e nelle vite dei Santi, soprattutto nella “Legenda aurea” scritta da Jacopo da Varagine, uno dei best seller del medioevo. Bisognava anche attenersi alle prudenti indicazioni fornite dalla chiesa nei concili o per mano di vescovi autorevoli come Carlo e Federico Borromeo di Milano o Gabriele Paleotti di Bologna. Dalla fine del Cinquecento comparvero anche trattati tecnici che furono tenuti in grande considerazione.

L’evoluzione dell’arte sacra segue una traiettoria unica?

Sembra strano, ma le grandi innovazioni sono state frutto di reazioni a shock esterni: con l’espansione islamica nell’VIII secolo la cristianità si divise tra i difensori delle icone e gli iconoclasti, e solo grazie agli scismi ortodossi e protestanti venne definito il ruolo delle immagini. Dopo il 1830, con l’indipendenza della Grecia, fu riscoperta in occidente la bellezza dell’arte delle chiese ortodosse, con una specie di ritorno alle origini.

Perché suggerisce di venire all’incontro?

Perché proverò a presentare un approccio all’arte sacra cristiana da una prospettiva inconsueta e a dare qualche chiave di lettura utile a capire meglio quello che gli occhi apprezzano, focalizzando l’attenzione sul momento iniziale dell’opera, anteriore alla tecnica: sul momento della scelta dei soggetti e di come trattarli. Certi passaggi teorici possono risultare noiosi, ma penso che siano utili per affinare la nostra capacità di leggere le opere d’arte.