Buongiorno redazione di Valsassinanews,
sono un agricoltore e veterinario, vorrei correggere il tiro rispetto a quanto affermato sul vs giornale dal sig. Martino Colombo con questa lettera.
Parto dal presupposto che il lupo nelle Alpi è sempre esistito, che ha uno scopo preciso nell’ ecosistema, ed è inesatto dire il contrario, ma che assolutamente è pericoloso e deleterio per gli allevatori, e i praticanti della montagna. i predatori proliferano in abbondanza di prede, come un termometro regolano i capi, basti pensare ai grandi predatori africani; confermo come avete fatto anche voi di Valsassina news che è un predatore temibile capace di mettere in difficoltà i pastori che lavorano in montagna, ma anche che tende a non attaccare l’uomo, ed è un animale fugace – ma questo non lo dico per distogliere l’attenzione perché so di attacchi recenti agli animali sia in Valtellina che in Valsassina, ma chi deve fare qualcosa?
Sono le istituzioni stesse nel tutelare gli allevatori, trovare e cercare soluzioni dissuasive e di impatto, pensare a creare delle zone di tutela, o qualsiasi altra soluzione, ma che non necessariamente siano lo sterminio o l’aggressione, perché ciò che si rischia è una caccia al lupo dedita all’estinzione, si può essere d’accordo nel dire che è un problema nelle nostre realtà rurali, ma non si può e non si deve promuoverne una violenza capace di creare allarmismo quando si sta parlando di pochi esemplari avvistati nelle nostre montagne.
Certamente bisogna tenerne sotto controllo appoggiandoci magari ai consigli e i metodi di altre realtà che prima di noi hanno affrontato questo problema, esistono realtà rurali che convivono con lupo e orso.
E al posto che cercare la soluzione più veloce senza considerare le conseguenze promuovendone un isteria di massa, magari bisognerebbe valutarne tutti gli aspetti, e potenziare la tutela per i pastori che si trovano ad affrontare questa problematica sicuramente deleteria.
Lettera firmata
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