iL DISPERSO SUL GRIGNONE: DISIDRATATO MA VIVONOTTE AL NIGUARDA PER GLI ESAMI



Bella intervista realizzata dal “Giorno” alla moglie dell’escursionista rimasto in montagna per 24 ore, disperso. Ancora difficile ricostruire il percorso compiuto per rientrare a valle; dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Lecco l’uomo è stato comunque ricoverato al “Niguarda” di Milano per accertamenti.

Di seguito, un ampio estratto dall’articolo a firma Stefano Cassinelli nell’edizione di Lecco del quotidiano (pag. 8):

 
«Ha chiesto aiuto tutta la notte»
Parla la moglie dell’escursionista disperso sul Grignone
 

di STEFANO CASSINELLI
— PRIMALUNA —
«È STATA UNA NOTTE terribile sia per mio marito sia per noi che l’abbiamo passata nell’angoscia temendo il peggio». Così inizia il racconto di Ivana Dossi, moglie di Ambrogio Mapelli l’escursionista milanese disperso sulle montagne valsassinesi martedì e che mercoledì sera è riuscito a raggiungere, dopo un percorso ancora sconosciuto, Primaluna.

«LA COSA importante è che adesso sta bene. La notte l’ha trascorsa all’ospedale Niguarda dopo è stato sottoposto ad alcuni controlli e gli hanno fatto alcune flebo perchè era disidratato. Oggi alle 12.30 lo abbiamo riportato a casa. I medici a Lecco non avevano ritenuto necessario il ricovero ma mentre rientravamo a Milano era chiaro che non stava bene per cui lo abbiamo portato al Niguarda». Non sono chiari i motivi per cui Mapelli si è perso durante la sua escursione. Dal suo racconto emerge che dopo essere arrivato al rifugio Bogani sarebbe andato fino a Cainallo, avrebbe quindi raggiunto il rifugio Riva all’Alpe Piattè, poi si sarebbe smarrito.
[…]
«Per fortuna nello zaino aveva cibo e acqua e questo gli ha permesso di avere qualche conforto. Aveva anche indumenti abbastanza pesanti per cui si è protetto dal freddo. Purtroppo ha preso tanta pioggia. Ha dormito sopra un sasso perchè era sfinito dopo aver camminato tanto anche al buio e infatti ha varie escoriazioni alle gambe.
[…]

Sono state ore terribili sia per lui sia per noi perchè non avevamo idea di che cosa potesse essere successo. Alla fine ha trovato la forza di venire giù dalla montagna da solo e di mettersi in salvo».

 

 

Nella foto, un’immagine dei soccorsi portati da decine di volontari del Soccorso Alpino nelle giornate del 14 e 15 giugno.

 

 

 

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