PISTE CICLABILI E CICLISTI: UN RAPPORTO NON SEMPRE ROSEO. E POI, QUEL CODICE…



In questo periodo si fa un gran parlare delle piste ciclabili: in Italia ne stanno nascendo un po’ ovunque, per dare la possibilità ai ciclisti di praticare il loro sport in tutta sicurezza e a chi vuole spostarsi per brevi tratti di percorrere questi spazi guadagnandoci in salute e a costo zero. Anche la Valsassina non fa eccezione: è ormai famosa, per più per i problemi, la dubbia utilità e i particolari sport praticati, la nuova pista ciclabile del Pian di Balisio, che, Clicca per l'immagine full sizea detta di alcuni, sposterà il traffico di biciclette lontano dalla strada per auto e camion, dove i veicoli a motore sfrecciano a folli velocità a pochi centimetri dagli amanti delle due ruote a pedali.

Tutto vero? Certo, almeno "sulla carta". Perchè in Valsassina esiste giù una pista ciclabile, quella si, nota per la sua lunghezza (una dozzina di chilometri, forse qualcosa in più) e per le bellezze storico/naturalistiche sfiorate, una su tutte la cascata dello Sprizzottolo a Introbio. Abbiamo analizzato questo esempio, che è un po’ quello che dovrebbe succedere, in piccola scala, nella nuova, breve ed un po’ umida pista ciclabile ballabiese: perchè, almeno nella teoria del Codice della strada (art. 182 comma 9), "I velocipedi sono obbligati ad utilizzare le piste loro riservate, dove esistenti". Quindi, zero ciclisti sulla provinciale della Valsassina con conseguente maggiore sicurezza per automobilisti e non? Neanche per sogno.

Di biciclette lungo il tratto tra Cortenova e la Fornace se ne trovano, ed anche tante, soprattutto nei fine settimana, in barba (forse) al famoso Codice. Forse perchè la sfida dell’impegnativa salita che porta al ponte sulla Troggia è equiparabile alle ormai mitiche rampe del Passo dello Stelvio, o forse perchè i ciclisti professionisti, quelli veri, nelle loro gare percorrono per forza di cose solo strade abitualmente aperte anche alle automobili. Resta il fatto che i vari Vincenzo Nibali dei poveri preferiscono restare a pochi centimetri da auto e camion che viaggiano a velocità elevata. 

Sul tema, Valsassinanews apre una discussione, partendo dal presupposto che già una decina di pareri da noi raccolti sulla questione appaiono contraddittori e spesso in contrasto l’uno con l’altro; se da un lato il Codice della Strada è chiarissimo e in qualche modo "obbliga" i ciclisti a servirsi delle piste a loro riservate, dall’altro è vero che che dovrebbe esistere una apposita segnaletica ad indicare la presenza a lato delle strade "normali" delle famose ciclabili – "ove esistenti". ma ne riparleremo in prossimi articoli.

Un cartello di relativa recente apposizione da parte della Provincia di Lecco nelle zone abitualmente frequentate da ciclisti, ad ammonire agli automobilisti, recita: "C’è posto per tutti". Certo, ma non tutti sono sempre al loro posto.

    

 

 

 

 

 

 

 

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