“BASTA INCENTIVI ALL’IDROELETTRICO”, SABATO LA MOBILITAZIONE A PREMANA



PREMANA – Sabato 25 gennaio dalle 14 alle 17 il circolo Legambiente Lario Sponda Orientale, gli alpigiani e il Comitato “Salviamo i nostri torrenti” organizzano un sit-in a Premana sul torrente Varrone al ponte pedonale all’imbocco della Val Marcia per poi spostarsi più a valle dove la strada che porta alla centrale di Pagnona è franata. Partecipano così alla “Protesta dei pesci di fiume” per cui sono previsti oltre 60 eventi in contemporanea su tutto l’arco alpino e appenninico.

Torrenti depredati, biodiversità a rischio, incentivi per lo sfruttamento indiscriminato di una risorsa preziosa, numero crescente di domande per la realizzazione di nuove derivazioni e impianti mini e micro idroelettrici. Nella sola Lombardia risultano attive 705 centraline sotto i 3000 kw e centinaia sono le richieste attualmente in fase di valutazione.

“Il torrente Varrone con i suoi affluenti – ricordano gli attivisti – è diventato emblematico nel nostro territorio del problema e della mobilitazione degli alpigiani a difesa delle sue acque. Scongiurato l’attacco alla Val Marcia, siamo all’ultima fase della procedura per l’autorizzazione della centrale in val Fraina ancora più incomprensibile dopo le frane del giugno scorso che hanno travolto tratti di strade agrosilvopastorali e invaso parti del paese, sapendo che tali eventi non possono più essere considerati eccezionali”.

“Ricordiamo che, nel corso di un controllo effettuato lo scorso anno da Legambiente sul Deflusso Minimo Vitale in alcuni torrenti dell’alto lago e sul Varrone, in 10 dei 12 punti rilevati, il valore è risultato inferiore a quello della convenzione”.

“Dietro le pressanti richieste degli operatori di settore – denuncia Legambiente -, il Governo, nell’estate scorsa, ha reinserito nel decreto FER1, gli incentivi per gli impianti idroelettrici mentre è ormai evidente che il proliferare di centraline sottrae importanti quantità di acqua a fiumi, torrenti e rii montani, col rischio di scomparsa dei pochi ecosistemi fluviali naturali rimasti. Un grave danno a fronte di un contributo di energia rinnovabile irrisorio, possibile solo grazie agli incentivi pubblici a favore di chi propone e gestisce tali impianti. Per cercare di limitare i danni il Ministero dell’ambiente ha emesso due Decreti Direttoriali 29/STA e 30/STA riguardanti le valutazioni ambientali e il deflusso ecologico, ma il loro stato di attuazione appare frammentario e non omogeneo”.

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