So bene che la strada per riportare in vita la villa è complessa. Il costo della ristrutturazione è alto, e la sicurezza del territorio non può essere ignorata. Ma proprio per questo credo che serva un nuovo modo di sognare: un sogno che non chiude gli occhi davanti alle difficoltà, ma che le affronta con intelligenza, pazienza e amore per il territorio.
Non chiedo miracoli, né soluzioni immediate. Chiedo solo di tenere vivo questo dialogo. Di immaginare insieme un futuro possibile: magari fatto di piccoli passi, come una messa in sicurezza, una visita guidata, un evento culturale nei pressi della villa. O anche solo una nuova raccolta firme, aggiornata e accompagnata da una proposta concreta o una raccolta fondi.
Credo che i luoghi abbiano un’anima. E che Villa De Vecchi non voglia essere dimenticata. Sta a noi scegliere se lasciarla morire nel silenzio o darle, almeno, una possibilità di tornare a parlare.
Con rispetto e affetto,
Stefano G.