Gentile redazione,
vi scrivo per raccontare come ieri (13 giugno 2025), per la seconda volta nel giro di poche settimane, attraversando in auto il guado sul torrente Acquaduro, che poco più a valle si immette nel Pioverna, mi sono trovato davanti alla stessa scena sconcertante: l’acqua, che dovrebbe essere limpida e trasparente, era invece torbida e marrone. Un colore che non lascia dubbi: qualcuno a monte continua a sversare letame o liquami nel corso d’acqua.
Questa non è più una svista né un incidente isolato. È una pratica diffusa, sistematica e fuori controllo, che non si manifesta solo in occasione di piogge o temporali, ma anche e soprattutto quando il letame viene ammucchiato troppo vicino al fiume, in violazione delle distanze minime previste dalla legge. In diversi punti lungo il Pioverna – soprattutto nelle ore serali o notturne – è persino possibile sorprendere agricoltori che lavano le cisterne o sversano direttamente i liquami nei corsi d’acqua, senza alcuna vergogna e con la quasi certezza dell’impunità.
E come se non bastasse, qualche settimana fa ho rinvenuto sul sentiero che costeggia il Pioverna dei fanghi da spurgo abbandonati: un atto ancor più grave, perché si tratta di rifiuti speciali che richiederebbero un trattamento separato e il conferimento in impianti autorizzati. Qui invece sono stati lasciati a due passi da un corso d’acqua, in un’area frequentata anche da famiglie e turisti.
Quando le persone si renderanno conto della gravità di questi gesti? E quando le autorità inizieranno davvero a monitorare i depositi di letame e punire i responsabili? È una domanda che chiunque abbia a cuore questo territorio non può più evitare.
Le conseguenze sono evidenti e devastanti:
- Inquinamento delle acque: l’eccesso di nutrienti (azoto e fosforo) favorisce la proliferazione algale e batterica, danneggiando la qualità ecologica del fiume. Secondo ARPA Lombardia, l’eutrofizzazione è una delle principali cause di degrado delle acque fluviali regionali.
- Contaminazione del Lago di Como: l’Acquaduro e il Pioverna sono parte integrante del sistema idrografico che alimenta il lago. Inquinare qui significa avvelenare anche lì.
- Danni alla biodiversità: gli organismi acquatici – in particolare trote, macroinvertebrati e anfibi – non sopravvivono in acque degradate da sostanze organiche e scarichi abusivi.
- Rischi per la salute pubblica: nitrati, batteri fecali e altri agenti inquinanti possono infiltrarsi nelle falde acquifere, con conseguenze anche per l’acqua potabile.
Tutto questo accade nonostante l’esistenza di calendari regionali precisi per la distribuzione agronomica dei liquami, con divieti stagionali e obblighi di spandimento su suoli non saturi. Ma che senso ha fissare delle date se poi si tollera che gli stessi liquami finiscano nei torrenti? È un paradosso normativo, una farsa ambientale. È come chiudere una finestra mentre si lascia la porta spalancata.
Non stupiamoci poi se ogni anno bisogna immettere sempre più trote d’allevamento nei nostri fiumi per sostenere la pesca sportiva. La fauna selvatica scompare perché non trova più un ambiente sano dove vivere.
Serve un cambio di passo immediato: controlli veri, multe esemplari, denunce dove serve, ma anche un cambiamento culturale profondo. Questo territorio si difende con i fatti, non con gli slogan o i post sui social. L’Acquaduro, il Pioverna e i loro affluenti non sono fogne: sono la nostra acqua, la nostra terra, il nostro futuro.
Grazie per l’attenzione,
Adriano Mazzoli