ALPINISMO, CONFORTOLA: “IO IN CIMA AL LHOTSE, MORO MI VUOLE INFANGARE”

LECCO – La guida alpina valtellinese Marco Confortola replica a chi sostiene che non sia stato in vetta a tutti i 14 Ottomila, in particolare al bergamasco Simone Moro e a Silvio Mondinelli. Lo fa attraverso il portale del Club Alpino Italiano loscarpone.cai.it in una lunga intervista online.

L’alpinista valtellinese conferma di essere stato in cima al Lhotse e ad altre vette contestate, sostenendo di aver fondamento nelle sue affermazioni, ma ammette le difficoltà nel fornire prove convincenti come fotografie precise, spesso impossibili a causa delle condizioni estreme e delle sue limitazioni fisiche (amputazione dei piedi). Aggiunge che Moro lo vuole solo “infangare” con le recenti accuse.

Confortola respinge le accuse di foto ritoccate o prese da altri, sottolinea che la differenza tra vetta e punti vicini è spesso di pochi centimetri e non metri, e definisce eccessive alcune critiche sollevate. Riguardo al Kanchenjunga, l’agenzia che lo accompagnava non ha rilasciato certificati di vetta, ma lui non contesta il loro lavoro. Aggiunge che oggi è importante avere con sé un tracciatore satellitare nelle salite per evitare controversie sulle vetta.

Confortola nega inoltre di aver mai detto di aver scalato tutti gli Ottomila senza ossigeno e spiega che nei momenti in quota manca lucidità, rendendo difficile fare foto o raccogliere prove perfette. Infine, dichiara di non volere un confronto pubblico con Moro e Mondinelli per mancanza di tempo.

L’intervista evidenzia la complessità delle spedizioni estreme e le dispute su veridicità delle salite, con Confortola che difende la propria onestà pur ammettendo limiti oggettivi nelle testimonianze fotografiche o GPS.