A CORTENOVA LA PRIMA ‘GIORNATA DEGLI INTERNATI’ CON ANPI E STUDENTI

CORTENOVA – Per la prima volta l’Anpi della Valsassina – Associazione Nazionale Partigiani – ha celebrato ieri, nella sala polifunzionale di Bindo, la “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale”, istituita dalla legge 6 del 13 gennaio 2025.

Un appuntamento che ha voluto onorare la memoria di oltre 600.000 militari italiani deportati dopo l’8 settembre 1943, molti dei quali scelsero di non aderire alla Repubblica di Salò, pagando con la prigionia o con la vita.

La cerimonia, organizzata con la partecipazione de “I Amis de San Bias” e delle scuole medie della Valsassina, si è aperta con il canto di “Auschwitz” e l’Inno nazionale, per poi dare spazio alla lettura di lettere e testimonianze dei prigionieri.

“I nostri internati valsassinesi furono resistenti senza armi – ha ricordato il presidente dell’Anpi locale Angelo Pavoni – giovani che ebbero il coraggio di dire un grande no alla dittatura, scegliendo la dignità alla collaborazione.” Furono 410 i valsassinesi che subirono la deportazione, tra questi Natale Goretti di Ballabio, Domenico Magni di Introbio e Amedeo Tenderini di Premana, celebrati durante la giornata. 48 di loro non fecero ritorno.

Momenti di grande intensità sono arrivati con le letture dei ragazzi delle scuole medie, che hanno dato voce ai ricordi più duri dei prigionieri. Proprio dalle lettere è emerso un dettaglio significativo: gli internati scrivevano “la signora di Introbio” come codice per indicare la fame, una parola proibita e al tempo stesso troppo dolorosa per essere espressa direttamente.

Particolarmente toccante anche l’intervento di Domenica Artusi, che ha letto una testimonianza del suocero Pacifico Baruffaldi: un ricordo intimo e familiare che ha riportato al centro l’umanità e la fragilità degli internati. I saluti e il messaggio del prevosto don William sono stati portati da don Gianmaria, che ha citato il libro Ribelli per amore e le parole del cardinale Carlo Maria Martini: “È bello vedere giovani che studiano e fanno memoria: il mio grazie è per chi ci ha regalato una testimonianza viva. Dobbiamo ricordare perché ciò che è accaduto non si ripeta nella storia.” Un passaggio significativo è arrivato anche dalla voce della maestra che ha accompagnato i ragazzi, la quale ha sottolineato come la partecipazione degli studenti non sia stata obbligata: “Le nuove generazioni – ha detto – sono dei germogli da coltivare e far crescere, perché dalla memoria può nascere un futuro migliore”.

Alla commemorazione hanno preso parte anche le istituzioni valsassinesi, tra cui la sindaca di Introbio Silvana Piazza e il consigliere comunale di Primaluna Erino Delpini, che hanno voluto esprimere la vicinanza delle amministrazioni al lavoro dell’Anpi e delle scuole.

Durante la serata è stato donato al prefetto Paolo Ponta un volume sulle tematiche militari, gesto simbolico che ha voluto ribadire l’importanza della memoria storica. Lo stesso prefetto ha ringraziato gli studenti per il loro contributo spontaneo e sentito, sottolineando come le nuove generazioni possano germogliare positivamente proprio grazie a queste esperienze di riflessione civile.

Presente anche il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli. “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro – ha concluso Pavoni – e una persona viene dimenticata solo quando viene dimenticato il suo amore.”

La celebrazione si è chiusa con un pensiero rivolto a tutti gli internati valsassinesi, ai loro sacrifici e al valore di chi, con il primo “no”, seppe dare inizio alla Resistenza.

C.A.M.