Non fatevi mettere i piedi in testa. È sacrosanto e giusto farsi restituire ciò che è stato prestato. Con gli altri dovete fare esattamente quello che loro fanno con voi. Oppure: è normale, anzi è giusto amare quelli che ti amano, fare del bene a chi sa comprenderlo e apprezzarlo e poi riceverlo restituito con tanta gratitudine. Cercate di amare quelli che vi possono restituire amore. Siate saggi, prudenti, calcolatori, non sciupatevi per niente.
È cosa buona giudicare, anzi è necessario farlo senza remore.
Se accogliessimo queste raccomandazioni saremmo riconosciuti come veri discepoli di Gesù? Ci sarebbe qualcosa di bello e di nuovo nella nostra vita e attorno a noi? Finalmente ci sarebbe pace, tolleranza, rispetto?
Ecco invece cosa è capace di portare tra noi qualcosa di nuovo.
Sono cose certamente difficili da vivere ma tutte le cose più belle e più vere nella vita non richiedono sforzi e sacrifici?
Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica.
Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Ecco qualcosa di nuovo! Si interromperebbe decisamente la catena dell’odio.
Saremmo davvero gli uni per gli altri dono di pace, di fraternità, di amicizia.
E se non fosse così Gesù cosa sarebbe per noi? di fatto, concretamente, nella nostra vita, Gesù cosa sarebbe per noi?
Se non fosse così come potremmo dire che Gesù è via, verità e vita?
E che ne faremmo della sua Pasqua? Come potremmo dire che siamo stati salvati dalla morte e dalla sua risurrezione? come potremmo rendere davvero onore all’amore crocifisso di Gesù e alla forza sbaragliante della sua risurrezione?
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Sono domande che non possono essere eluse, o dimenticate.
Cosa fate di speciale se agite così? Se amate e fate del bene secondo questi criteri? Dove? In cosa si vedrebbe il nostro essere discepoli di Gesù?
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Se non siamo figli dell’altissimo cosa siamo? Chi siamo? Siamo peccato? Siamo errore? Di chi siamo figli? Riusciamo a dirlo? Perché no? Se non siamo figli dell’altissimo siamo figli del suo terribile opposto!
E allora? Perché non vogliamo essere “figli nel figlio?”.

Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concenedo







