La Messa, officiata dal Cappellano Militare Don Lionello Torosani e impreziosita dalla Corale S. Cecilia di Valmadrera, diretta dal Maestro Milesi, ha visto la partecipazione di numerose autorità, accolte dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, Ten. Col. Marco Riscaldati, nonchè di una nutrita rappresentanza del personale dei reparti in servizio e delle sezioni dell’Associazione Nazione Carabinieri.
Come ha avuto modo di ricordare Don Torosani nella propria omelia, la celebrazione della Virgo Fidelis risale all’11 novembre 1949, allorquando Sua Santità Pio XII proclamava ufficialmente Maria "Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri", fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, data in cui la Cristianità celebra la festa liturgica della presentazione di Maria Vergine al tempio.
Il ricordo della Vergine viene in tal modo legato alla "Battaglia di Culqualber", evento bellico del 21 novembre 1941, che vide il sacrificio dei militari del 1° Battaglione Carabinieri in Africa orientale, i quali battendosi eroicamente compirono il loro dovere fino alla morte, per la difesa del caposaldo di Culqualber; quei caduti sono andati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo compiere il loro dovere, fino all’estremo sacrificio, per tener fede al giuramento prestato. Alla bandiera dell’Arma dei carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta in occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.
Proprio su tale particolarità si è incentrato l’intervento commemorativo tenuto dal Ten. Col. Riscaldati, che dopo aver espresso il suo saluto ed il ringraziamento dell’Arma di Lecco all’officiante, alle varie Autorità ed ai cittadini intervenuti, ha rievocato quei fatti d’arme, analizzando l’apparente singolare “….. connubio tra il Sacro, il divino ed un momento così terribile come la guerra….”
Particolarmente toccante, celebrandosi oggi anche la "Giornata dell’Orfano", istituita nel 1996, ed alla luce dell’anniversario della strage di Nassiriya, è stato infine il pensiero rivolto dal Ten.Col. Riscaldati “…. a quei figli senza più un padre, a quelle mogli senza più un marito ed ai familiari di coloro che sono caduti nella “sacralità” del loro dovere, vuoi per difendere il suolo Patrio, vuoi per proteggere e preservare le Istituzioni democratiche vuoi per portare in terre lontane, con spirito di fratellanza, solidarietà e soccorso ai più deboli e bisognosi….”.
La cerimonia si è quindi conclusa con la lettura della Preghiera del Carabiniere, seguita dall’interpretazione del soprano Maria Pia Gandolfi dell’Inno alla Virgo Fidelis “…nostra stella che nel ciel risuoni, giuramento d’amore e fedeltà”
IL TESTO DEL DISCORSO DEL TEN. COL. MARCO RISCALDATI ALLA ‘VIRGO FIDELIS’
A nome di tutti i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecco desidero, innanzitutto, ringraziare sentitamente il nostro Cappellano militare, Don Lionello, che ci ha donato il privilegio di celebrare la solenne liturgia della “Virgo Fidelis”. A lui mi lega da diversi anni una profonda amicizia e pertanto gli sono grato per avere, tra i molti, scelto il Comando Provinciale di Lecco per condividere con noi tutti la ricorrenza della nostra celeste Patrona dell’Arma
Un grazie sentito rivolgo altresì a tutte le Autorità intervenute, agli amici delle diverse sezioni dell’associazione nazionale carabinieri, ai rappresentanti delle associazioni d’Arma ed a quanti, con la loro presenza, hanno voluto testimoniare, ancora una volta, i loro sentimenti di stima, affetto e considerazione nei confronti della nostra Istituzione.
Ormai da oltre 60 anni,
Il 21 novembre 1941, il 1° Battaglione Carabinieri Mobilitato, si immolò per la difesa di Culqualber in Africa orientale, conquistando alla Bandiera di Guerra dell’Arma la seconda medaglia d’oro al Valor Militare.
Tre mesi passati sotto il martellante fuoco degli aerei e delle artiglierie, vissuti in condizione di stenti, con i morsi della fame e della sete a tormentare quei pochi rimasti a baluardo di una sella, tra i lamenti dei feriti e con accanto i tanti caduti sepolti nei brevi intervalli di tregua.
Ma ogni volta che ho presenziato alla ricorrenza della Virgo Fidelis ed alla rievocazione di questo fatto d’arme, mi sono sempre chiesto su cosa si fondi questo connubio tra il Sacro, il divino ed un momento così terribile come la guerra, dove l’uomo è chiamato ad uccidere il suo simile ed eseguendo questo inumano gesto, prega il Signore od il suo Dio affinchè lo salvi e lo protegga, magari avendo al suo fianco un cappellano militare. Perché, dunque, davanti ad un Dio unico, sia il soldato italiano sia quello inglese, sia quello tedesco sia quello americano hanno tratto la forza dalla preghiera per il compimento di un’azione che è l’antitesi più netta del nostro credo cristiano ? Forse Iddio appartiene ad uno solo tra essi ? E mentre noi stiamo oggi celebrando queste ricorrenze, non è improbabile che da qualche parte nel mondo, in un altro giorno dell’anno, ci saranno i nostri nemici di un tempo che, racchiusi nella sacralità di una Chiesa, rievocheranno lo stesso nostro episodio bellico.
La nostra Costituzione, all’art. 52, si riporta anch’essa a questo concetto nell’affermare che “la difesa della Patria è Sacro dovere del cittadino”, non certamente annettendo un significato laico, quanto per conferire una solennità assoluta, liturgica.
Sacro ha un’etimologia ancora non troppo chiara, forse riconducibile ad una radice indo europea che vuol dire “cosa abbracciata al divino”.
Ed in effetti come non si può pensare che ogni uomo in guerra, a qualsiasi nazione appartenga, qualunque atto sia costretto a compiere, anche il più ripugnante, proprio in ragione di ciò, nella sua sofferenza e tribolazione, non si debba gettare tra le braccia del Signore ed a lui chiedere conforto e pietà ?
Sant’ Agostino, in una delle sue lettere, scrisse: “Anche facendo la guerra sii dunque ispirato dalla pace in modo che, vincendo, tu possa condurre al bene della pace coloro che tu sconfiggi”, aiutandoci così a comprendere il mistero di un Dio universale, assoluto, implorato da tutti, così come lo avranno invocato i Carabinieri di Culqualber unendo alla loro preghiera l’amor di Patria, il senso dell’onore, il sentimento del dovere e, soprattutto, la cristiana speranza di sopravvivere alla fine terrena dell’individuo.
Pochi giorni orsono abbiamo commemorato l’anniversario della strage di Nassiriya. E poiché oggi celebriamo anche la giornata dell’orfano, il nostro pensiero deve andare a quei figli senza più un padre, a quelle mogli senza più un marito ed ai familiari di coloro che sono caduti nella “sacralità” del loro dovere vuoi per difendere il suolo Patrio, vuoi per proteggere e preservare le Istituzioni democratiche vuoi per portare in terre lontane, con spirito di fratellanza, solidarietà e soccorso ai più deboli e bisognosi. E’, pertanto, nel compimento di queste opere ed azioni che si saldano il pensiero laico e religioso della nostra civiltà. Fede, speranza e carità, seppur emerse nel tragico, conflittuale divenire della storia, sono i valori che permettono alla religiosa celebrazione della “Virgo Fidelis” di “avvolgersi” attorno alla commemorazione militare dei fatti di Culqualber. E’ orbene nel soldato, nel carabiniere avvinto a Dio, che ho finalmente trovato risposta ai miei dubbi ed ai miei pensieri.
Nel perenne ricordo dei nostri eroi, voglia quindi Maria Santissima, Vergine Fedele, rivolgere benevolmente su di noi il suo amorevole sguardo e proteggerci nell’assolvimento della nostra missione.