E-CIG: IN ITALIA NON C’È PERICOLO DI INTOSSICAZIONI



È questo il succo di un intervento di Anafe-Confindustria in risposta alle preoccupazioni suscitate da un articolo pubblicato dal New York Times e ripreso da molti siti e blog italiani. Stando a quanto dichiarato dall’associazione di categoria che unisce tutti i produttori di liquido per e-cig del nostro Paese, i prodotti forniti dalle aziende rispondono ad una normativa risalente all’aprile del 2010 che regolamenta le modalità in cui deve avvenire la commercializzazione e impone chiare strade da percorrere e seri paletti da tenere in considerazione: il confezionamento del liquido
prodotto non può aggirare nessuna di queste direttive.

Ma non basta, perché i flaconi prodotti in Italia sono costruiti in modo tale da non poter essere maneggiati in maniera impropria dai bambini. Tutte le raccomandazioni da fare nell’uso dei liquidi, inoltre, sono scritte nero su bianco sui foglietti illustrativi e sulle etichette che si trovano sul flacone stesso. I rischi, dunque, sono per quanto possibile evitati.

Questa netta presa di posizione dell’Anafe arriva, come su accennato, dopo la diffusione della notizia che negli Stati Uniti sembrerebbe in aumento il numero di intossicazioni a causa del liquido delle e-cig. Non si parla di intossicazioni legate al corretto utilizzo delle sigarette elettroniche, e quindi all’inalazione del liquido, ma di persone (in particolar modo bambini) che non sono abituate ad assumere nicotina e che sono venute a contatto con il liquido in modi non idonei, ovvero toccandolo o bevendolo.

La situazione americana, va però detto, è molto diversa da quella italiana, in quanto la vendita delle sigarette elettroniche e dei liquidi non è regolamentata dalla Food & Drug Administration, per cui è molto più facile per i cittadini statunitensi imbattersi in prodotti non a norma.

Ma tornando in Italia, al fine di chiarire definitivamente la questione relativa ai possibili risvolti sulla salute di chi fuma e-cig, sarebbe oppurtuno che la nostra regione lavorasse per dar vita ad una conferenza medico-scientifica sia con gli operatori del settore e sia rivolta al pubblico.

In questo modo anche gli ultimi dubbi ancora esistenti dovrebbero essere spazzati via. E ciò assume un rilievo ancora maggiore se pensiamo al boom che ha avuto la vendita di sigarette elettroniche negli ultimi anni in tutta Italia. Basti pensare che soltanto in Lombardia al momento si contano più di 200 negozi autorizzati. Un parere positivo da un eventuale tavolo di lavoro organizzato dalla Regione potrebbe segnare la definitiva legittimazione della vendite di e-cig, con conseguente aumento del business che vi è legato.

 

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