VALSASSINA – Sono trascorsi ormai quasi otto anni dalla chiusura di un importantissimo servizio bisettimanale, proposto gratuitamente dalla casa delle Guide di Introbio: il Bollettino “Montagna sicura” da sempre curato dalla notissima guida alpina Fabio Lenti che chiuse i battenti in una data, quella di un venerdì 17, “casuale ma che ben si abbina alla circostanza luttuosa e vagamente inquietante” – come scrivevamo in un articolo dedicato alla cancellazione della rubrica.
Perché rivangare quell’addio, diranno i lettori.
La risposta è semplice: sempre più spesso (purtroppo) accade che il Soccorso Alpino debba ribadire quasi in forma di litania i propri avvertimenti agli escursionisti – spesso “improvvisati” – che affrontano la montagna in condizioni di massima inadeguatezza, senza consultare le previsioni del meteo e basandosi invece sui famosi e poco attendibili Social. Proprio lì, nelle pagine tanto frequentate quanto scarsamente autorevoli, dove i gitanti si lasciano affascinare da immagini spettacolari e descrizioni sommarie dei percorsi da affrontare – ritrovandosi quasi puntualmente in difficoltà e dovendo ricorrere poi ai soccorsi, che non pagano.
Ancora una volta, l’altro giorno, è arrivato l’appello del CNSAS, successivo a un intervento di recupero di 4 giovani sull’Anello del Monte Muggio: “È molto importante programmare bene l’itinerario ed è meglio verificare sempre da chi si hanno le informazioni prima di partire, anche se il percorso sembra relativamente facile”. E ancora: “In inverno la montagna ha caratteristiche del tutto differenti rispetto alle altre stagioni e non bisogna mai considerare banali escursioni che, magari viste nelle foto sui social, possono sembrare alla portata di tutti. Per questo, il Soccorso alpino consiglia sempre di fare attenzione, anche a quote basse, a situazioni in cui ci possono essere per esempio dei tratti ghiacciati”.
Per tornare all’assunto iniziale, indipendentemente dalle motivazioni che portarono alla cessazione di quel Bollettino tanto utile, “Montagna sicura” manca proprio. E ci viene da sollecitare fortemente le parti allora in causa – ma in linea generale il mondo che ruota intorno al turismo montano e le pubbliche amministrazioni interessate – a cercare di ripristinare un servizio fondamentale per evitare situazioni di pericolo, incidenti e necessità di conseguenti interventi di soccorso.
S. T.
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