I lavori hanno interessato una superficie complessiva di 8 ettari (80000 mq) e sono stati eseguiti in parte dalla Ditta Boschiva Vergottini Pietro di Bellano ed in parte dalla Ditta Boschiva Vergottini Lorenzo di Parlasco. La peculiarità di questo lavoro è l’effetto sinergico fra gli attori coinvolti: il comune proprietario dell’area che ha autorizzato i lavori e ha migliorato il proprio capitale boschivo, il Consorzio Forestale che si è fatto carico della progettazione e della Direzione Lavori e le Ditta Boschive che hanno eseguito i lavori introitando i contributi messi a disposizione dalla Comunità Montana per questo genere di interventi, non remunerativi sul piano economico, visto che il legname ricavato è di piccole dimensioni, ma indispensabili sul piano ambientale.

Unico “dispiacere” di questo lavoro è stato constatare che l’unica destinazione del cippato ricavato dall’intervento è stata la caldaia di Tirano poiché non vi erano impianti in valle pronti a ritirarlo. Di fatto fra costi di cippatura e di trasporti il materiale ha reso zero. Oltre che considerazioni sulla produzione di carbonio per il trasporto che ha annullato il beneficio dell’utilizzo di materiale legnoso vergine sulle quote di carbonio.

Perché tagliare questi boschi?
I boschi attorno a Tedoldo sono impianti artificiali di abete rosso messi a dimora circa 30/40 anni fà per proteggere dai dissesti idrogeologici il versante e gli abitati sottostanti. Purtroppo negli anni sono mancate le cure colturali, cioè quelle attenzioni che questi boschi artificiali necessitano per evolversi verso boschi di maggior pregio naturalistico ed economico.
Il diradamento è una selezione degli esemplari migliori per favorirli e farli diventare alberi di dimensioni importanti, nel contempo un diradamento ben fatto apre la strada all’ingresso di specie più adatte a quella zona (faggio, acero montano, etc.) che si possono sviluppare sotto la copertura dell’abete solo se hanno abbastanza luce.