La magia dell’antico a PremanaDietro le quinte di un successo



Oltre al fenomeno mediatico che "Premana rivive l’antico" genera grazie a conferenze stampa, presentazioni, ecc., c’è quel dietro alle quinte che è senza ombra di dubbio la parte più emozionante della manifestazione. Nelle settimane precedenti all’evento, in ogni casa, bar, centro culturale e angolo nascosto del paese, si inizia a respirare "antico".

Gli organizzatori percorrono ogni cantone del borgo alla ricerca del punto giusto per mettere questa o quella attrazione, "qui potrebbe andare il calzolaio, più in là il fabbro…" e cosi si va a avanti per giorni e giorni.
 
Anche i più piccoli sono eccitati per l’arrivo dei due giorni immersi nel passato, tra lattai, contadini, fabbri e decine di personaggi che una volta, tantissimi anni fa, popolavano e lavoravano a Premana.

Molti di loro, parlo dei bambini, s ono anche protagonisti diretti e provano diverse volte il costume, guardandosi allo specchio, sistemando il cappello o aggiustando le maniche della camicia; anche le mamme sono emozionate e preoccupate per il buon esito della manifestazione e mettono a punto con cura i tradizionali costumi premanesi, cucendo gli orli e piegando attentamente ogni abito a disposizione.

 
Gli uomini cercano nei magazzini gli attrezzi utilizzati l’anno scorso, conservati in perfetto stato, rispolverano asce e coltelli, lucidano pentole e contenitori vari, provano pantaloni, cappelli e gilet di lana per l’atteso momento.
 
La settimana a Premana trascorre in questa maniera, tutti a pensare al "antico" che arriva puntualmente in autunno. Il venerdì che precede il grande evento spuntano cartelloni, tavoli e sedie un po’ dappertutto, nelle strade e stradine, spazzate una e mille volte dalle donne del paese, si sistemano alcuni attrezzi pesanti e altro materiale che servirà per la mostra, mentre gli addetti ai lavori piazzano nella strada provinciale che porta al borgo le indicazioni sui parcheggi, punti informazione e cartelli vari.
 
Sabato mattina la magia invade completamente Premana, dalle prime ore del giorno, decine di persone iniziano a girare per le vie strette dell’antico borgo trasportando bottiglie, tavoli, sedie, candelabri e tanti altri oggetti antichi, in paese si respira già l’aria di esposizione, si torna indietro con la macchina del tempo fino agli anni in cui la comunità lavorava il ferro o faceva i mestieri giornalieri in maniera identica a come viene rappresentato nella mostra.
 
Formiche al lavoro, che corrono e si incrociano senza toccarsi nei vicoli stretti, salendo e scendendo le scale in assoluto silenzio, ognuno sa cosa fare quella mattina, c’è chi deve sistemare una stalla, chi un cortile, chi la chiesa, qualcuno deve andare in solaio a prendere ancora qualche oggetto, altri a predisporre un cartello o appendere un quadro ad un chiodo, tutti sanno cosa fare.
 
Anche a scuola si respira aria di "antico", tutti i bimbi durante la lezione chiedono l’orario, vogliono sapere se è già arrivato mezzogiorno, osservano dalle finestre incuriositi il via vai di personaggi in costume, che a volte si fermano per guardare dentro e fare scattare la gioia dei più piccoli.
 
La campanella annuncia con cinque minuti di anticipo la fine delle lezioni, nessuno vuol rispettare la fila imposta delle maestre, tutti devono scappare, chi per aiutare, chi per mettere il costume, chi semplicemente per percorrere insieme ai suoi le vie dell’antico.
 
Non c’è dubbio, per rendere credibile una manifestazione imponente come "Premana rivive l’antico" bisogna avere il sangue premanese, perchè è qualcosa di unico che si tramanda di generazione in generazione, che fa sorridere i più piccoli, rallegrare i più grandi ed emozionare tutti quanti. 
 

 

 

 

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