STORIA DELL’ORSO: GIRO DI TAVOLO. PARTENDO DALLA NOSTRA REDAZIONE



Pelosone è in Valle ed è ghiotto di miele. Pochissimi lo hanno potuto osservare, se non di sfuggita ,ma ognuno "lo vede" diversamente. E proprio questa grande differebnza di opinioni in materia ci ha suggerito di "regostrare" in qualche modo i commenti e gli atteggiamenti di tante persone a proposito della presenza del grosso plantigrado, ospite da qualche tempo dell’Alta Valsassina. Pericoloso? Simpatico? Uno di noi? Può addirittura costituire una sorta di "opportunità turistica"? Apriamo il dibattito con qualche impressione dei redattori di VN, ma vorremmo ricevere e pubblicare anche e soprattutto i vostri pensieri: scriveteci a info@valsassinanews.com oppure postateli sulla pagina Facebook del nostro giornale.
 

Un orso in Valsassina?
Un orso in Valsassina?e che male c’è?è un essere vivente che, se non fosse stato per l’uomo avrebbe sempre abitato la nostra valle e le nostre montagne. e’ appurato che non crea male all’uomo,se non ad alcuni allevatori / agricolotori semplicemente per il naturale bisogno di nutirsi, quindi…Benvenuto Orso!
(RED)

È una notizia che mi piace e una sorta di etichetta verde per le nostre montagne. Propongo la certificazione ISO 9000 e ORSO per la Valsassina. Riguardo ad eventuali pericoli? Credo che mettere in pratica le raccomandazioni sul tema sia un buon modo per evitarne e comunque ho fiducia in chi monitora la situazione
(R.P.)

 
Abbiamo già un direttore-orso (per sembianze e a volte modi). Ma questo in fondo ci rende più simpatico quello a due zampe, che accogliamo volentieri e al quale diamo il benvenuto. L’orso di Premana fa "vendere" di più VN? Forse. ma allora, perché non provare a promuovere meglio anche il nostro territorio grazie a quel quintale di pelo? (parliamo dell’orso, non del direttore…).
(RED)

Quando la natura bussa a casa mia
È nella mia indole ascoltare le persone che mi circondano. La gente che trovi tutti i giorni al bar, in fabbrica, nelle palestre o nei giardinetti si forma delle opinioni su tutti gli argomenti di attualità. L’orso è uno degli argomenti più "gettonati" di questi ultimi giorni e ascoltando in giro se ne sentono di tutti i colori. Chi è lontano, geograficamente parlando, dai luoghi dove è stato visto il "simpatico orsacchiotto" (così viene visto da molti, soprattutto dopo che sono state diffuse le immagini dove lo si vede alla ricerca di un po’ di miele tra gli alveari) non si fa grossi problemi, anzi, parla del orso come un fatto positivo, un ritorno al passato, un passo in avanti per l’ecologia e l’ambiente. 

Chi invece abita nelle vicinanze oppure ha delle proprietà nelle zone montuose dove l’orso bruno è stato visto, lo vede da una parte come un personaggio pittoresco e simpatico ma anche come una fonte di pericolo, soprattutto per i piccoli e anziani. 

Quasi tutti, quelli che vivono lontano o quelli che abitano vicino, hanno il terrore di trovarsi di fronte il grosso mammifero. La paura di non sapere cosa fare trovandolo è diffusa tra la gente. L’idea generale sembra essere quella di trovare una soluzione al più presto, per esempio, tra le proposte che si sentono ripetere tra le persone c’è quella di "catturarlo e portarlo lontano", in pochi a dire il vero (anche se purtroppo qualcuno ha avanzato la proposta) sono dell’idea di "farlo fuori".

Personalmente mi schiero della parte di chi ha paura, soprattutto perché ci troviamo di fronte ad un animale cresciuto in libertà, non abituato alla presenza dell’uomo e che gira non in mezzo ai monti lontano dagli umani, anzi, il nostro orsetto frequenta gli stessi posti che chiunque di noi potrebbe frequentare recandosi a fare una passeggiata in montagna. 

Trovarselo di fronte sarebbe da una parte una vera fortuna (avendo come ho sempre la foto camera appesa al collo, sarebbe un’occasione impedibile di immortalarlo) ma sarebbe anche un vero disagio, perché, non saprei cosa fare (anche se ho seguito i consigli che sono stati dati nella conferenza sull’orso dell’anno scorso) e soprattutto non so quale sarebbe la mia reazione o quella del mio cane che sempre mi accompagna. 

Mi trovo in uno di quei dilemmi che la vita ti offre ogni tanto, un bivio nel quale devi decidere una strada da prendere ma non riesci a farlo. Da anni sono stato un naturalista convinto, grande "consumatore" di documentari di ogni genere sugli animali, ma ora che la natura, quella che fanno vedere su National Geographic è arrivata a bussare a pochi metri di casa mia, lo dico con l’amaro in bocca: preferisco godermi lo spettacolo seduto dalla mia poltrona senza dover sdraiarmi per terra (senza ricordarmi nemmeno se devo farlo pancia in su o in giù) ad aspettare che l’orso bruno mi annusi e se ne vada per la sua strada….
(F.M.) 

Ben vengano gli orsi in Valle! I naturalisti hanno sempre sottolineato – anche alla conferenza dell’anno scorso organizzata da VN – come l’orso si rechi nei posti in cui vige una sorta di equilibrio naturalistico, dove cioè la natura fa il suo corso nel migliore dei modi possibili. A Premana devono essere fieri di questo, anche se posso capire le preoccupazioni dei residenti: io stesso non so che farei se mi trovassi di fronte un plantigrado. Probabilmente però sarebbe lui a darsela a gambe immediatamente visto che la sua paura verso l’uomo è più radicata della nostra verso i grossi mammiferi e soprattutto non ci troviamo di fronte a un gigantesco grizzly nordamericano, ma a un orso eurepeo, più piccolo, docile e schivo. In Trentino – Alto Adige hanno utilizzato gli orsi per sviluppare il turismo negli ultimi anni. Non vedo perché non si possa farlo anche qui.
(F.L.)

 

 

 

 

 

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