COTI ZELATI, UN BALLABIESE AL RALLY FATALE. ”STESSI RISCHI DI ALTRI SPORT. LE GARE SONO LA MIA VITA”



BALLABIO  – Andrea Coti Zelati ha trent’anni ed è un pilota di rally di casa nostra, dai buoni risultati e fortissimo in particolare sul ghiaccio. subaru acz 2Sulla sua Subaru Impreza N4, domenica partecipava alla “Ba…relli Ronde“, la gara nel Comasco che si è conclusa tragicamente quando due rallysti svizzeri hanno perso la vita proprio durante la corsa.

Ad Andrea, che è di Ballabio, la passione per questo sport scorre nelle vene: “Stanotte non ho dormito e mia moglie, alla luce di quanto è accaduto ieri, mi ha chiesto di smettere. Ma io non posso. Vado avanti e non mi arrendo, il rally è la mia vita”.

La domanda sorge spontanea: cosa spinge una persona giovane, oltretutto sposata da poco, a sfidare il rischio e la paura, indossando un casco e montando su auto potentissime, tirando al massimo su percorsi difficili e spesso in contesti pericolosi? “In realtà io credo che a decidere sia il destino: la sfortuna può colpire una casalinga che esce a fare la spesa come anche un pilota… Pensate a Michael Schumacher che ha corso centinaia di volte in F1 a più di 300 all’ora in pista e poi, andando pianissimo sugli sci, gli è successo quello che gli è successo. Da cinque secondi dopo che indossi il casco fino a quando esci dalla macchina può accadere di tutto, ma se hai rispetto per la tua auto e soprattutto per la sicurezza, il rally è uno sport come tutti gli altri”.

Robin Munz (a sinistra) e Stefano Campana (a destra) in due foto tratte da FacebookCoti Zelati ha incrociato i due sfortunati colleghi elvetici Stefano Campana e Robin Munz, 39 e 22 anni, che non conosceva personalmente. “Sì, non li avevo mai incontrati prima ma alla prima prova speciale, dopo che avevo rotto il differenziale alla settima curva, la gara si è fermata per un primo incidente; loro erano tre macchine davanti alla mia, ci siamo fermati lì e abbiamo scambiato due parole, qualche battuta, niente di più. Poi dopo altre due interruzioni per altrettanti incidenti – è stato un rally partito col piede sbagliato – è accaduta la tragedia. Dico la mia: nessuno ha sbagliato, né i commissari né i piloti; purtroppo è esplosa una macchina, un evento certo non frequente”.

E adesso? Davvero nessun dubbio? “No, zero. Nessunissima intenzione di smettere. La Ba…relli Ronde per me era una preparazione in vista del Rally day Valsassina del 20 settembre. Gara con strapiombi e curve particolari, domenica provavo in vista proprio della competizione lecchese. Ora la concentrazione è alla ricerca di un navigatore per quella prova, visto che Davide Bozzo che era con me in Val Cavargna ha un’altra corsa negli stessi giorni”.

 

 

 

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