DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DOPO L’ASCENSIONE



La particolarità del Vangelo è che esso non è solo il racconto di cosa passate, ma quelle cose continuano ad essere attuali e vive in ogni tempo, quindi anche per noi. Così, ci è di grande conforto pensare come la preghiera di Gesù al Padre, narrata nel Vangelo di oggi, continui incessantemente e comprenda anche noi: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola”.
Questa preghiera ci fa capire come stiamo a cuore a Gesù e che ad essere affidati al Padre si è in buone mani.

Ciò che Gesù chiede al Padre per i suoi discepoli è che siano una cosa sola con il Padre e con Gesù perché il mondo creda che il Padre lo ha mandato. Sapersi portati dalla preghiera di Gesù e custoditi nelle mani del Padre è ciò che è capace di generare gioia, di incoraggiarci ad avere una fiducia oltre ogni paura, di vivere con responsabilità ogni fatica e così di essere costruttori di bene nel mondo.

Quasi mai abbiamo sentito la parola “voglio” sulle labbra di Gesù, eppure oggi è la parola che rivolge al Padre per chiedere per noi che abbiamo ad essere con Lui per poter vedere la sua gloria.
Ma cos’è questa gloria che Gesù manifesta in sé e che vuole rifulga anche nella sua Chiesa?
E’ la bellezza di una vita vissuta e donata per amore come risplende nel sacrificio di Gesù (fino al: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”), come risplende in tanti martiri o santi (es. P.Kolbe: “prendete me, ma non condannate quest’uomo che è un papà”), per giungere fino a tante persone comune di sempre e di oggi.

In una preghiera molto significativa e bella che si recita nella Messa dopo il Padre nostro si dice: “non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua chiesa”: è nascosta qui la gloria della Chiesa:

• quella del pane povero, onesto, ma che sa essere anche condiviso,
• quella del sacrificio non riconosciuto nè gratificato, ma anche non lamentoso e vissuto nella pace,
• quella della preghiera gradita a Dio perché fatta in umiltà di cuore,
• quella di chi sa rendere ragione con rispetto della propria speranza e dopo la giustizia sa desiderare il perdono.

Dice Papa Francesco: “Gesù continua a pregare e a intercedere per noi, mostrando al Padre il prezzo della nostra salvezza: le sue piaghe.”

Oggi lasciamoci portare dalla sua preghiera.


Don Gabriele

vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

 

 

 

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