Anzitutto una premessa: oggi Gesù ci parla attraverso 3 parabole, perché ogni parabola ci dice un aspetto della verità, ma non la sua totalità. Occorrono più parabole per dire la completezza della verità che Gesù ci vuole comunicare; oggi questa verità è il Regno dei Cieli. Le prime due parabole – il tesoro nel campo e la perla preziosa – sono simili ed esprimono la ricerca del regno e la sua preziosità, per il quale lasciare con gioia ogni altra cosa pur di averlo. Sono parabole che suscitano in noi alcune domande: ? potremmo dire che regno dei cieli è la comunione con Gesù e con il Padre: ? è questo ciò che cerchiamo, o altro? ? siamo disposti a lasciare tutto con gioia pur di vivere in questa comunione? La terza parabola mette in evidenza che il regno è per tutti, e il giudizio finale. Noi vorremmo fosse adesso il momento del giudizio di Dio (come strappare subito la zizzania dal grano) perché vorremmo un Dio che castigasse a dovere (mentre noi ci riteniamo dalla parte dei giusti). Ma Dio aspetta. Questo è il tempo della sua pazienza o, meglio, della sua misericordia, fatta di desiderosa attesa, di ricerca di noi, di tutti, ma che non prescinde dalla conversione, E fa tutto questo attraverso il sacrificio della sua persona: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.
Noi vorremmo che mettesse ordine con la sua potenza; Lui vuole raggiungerci con la sua umiliazione perché questa non fa essere giusti per paura del castigo, ma tocca il cuore e suscita conversione. Va però anche detto che la sua misericordia è sì per tutti ma esige, per parte nostra, un atteggiamento di ravvedimento, di sincera e umile domanda di perdono, quella che chiamiamo “conversione”. Oggi abbiamo udito anche la parola forte di Paolo: “Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, ecc. erediteranno il regno di Dio”. E ricordiamo il grido di Papa Giovanni Paolo II ai mafiosi nella Valle dei Templi ad Agrigento: “Convertitevi”. La parola conclusiva del Vangelo di oggi non ci permette di banalizzare la misericordia di Dio (come se, davanti ai nostri sbagli, dicessimo con arroganza e superficialità: “tanto Dio è buono!”); misericordia che cominciamo a capire quando non la capiamo più perché è oltre ogni nostra misura.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale
Foto di Fcarbonara – Opera propria, CC BY-SA 4.0,