DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DI DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO



In questa domenica celebriamo la festa della consacrazione del Duomo di Milano che è come il segno della nostra appartenenza alla Chiesa diocesana e. attraverso di essa, alla Chiesa universale.

Ed è proprio questa nostra appartenenza alla Chiesa ciò di cui ci parla la  Parola di Dio di oggi.

Gesù nel Vangelo ce ne parla con la breve parabola della casa costruita sul fondamento solido e sicuro che è l’ascolto e la pratica della sua parola.

L’apostolo Pietro, che si era sentito dire da Gesù: “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”, ci ricorda che è Gesù il fondamento della sua Chiesa e che su di Lui, Gesù, tutta la Chiesa cresce ordinata e unita.

C’è nella Chiesa il ministero del Papa e dei Vescovi, che devono sempre ispirare la loro parola e azione a Gesù; e siamo invitati a guardare ad essi alla luce della parola stessa di Gesù:

        “Io ho pregato per te, Pietro, perché non venga meno     la tua fede. E tu conferma nella fede i tuoi fratelli”.

L’immagine della casa fondata sulla roccia e che resiste ad ogni intemperie, esprime la Chiesa che, fondata su Gesù, resiste alle avversità del mondo e del male:

        “e le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.

Ma perché la Chiesa, in questo mare burrascoso che è il mondo, che è il cammino dell’umanità nel tempo, è paragonata a luogo sicuro e quindi di salvezza?

Anzitutto, se la Chiesa cresce ordinata e unita non lo fa per virtù propria, ma perché fondata su Gesù: Lui è la roccia che le dà sicurezza.

Attraverso la sua Parola:

scritta (noi diamo molta importanza a questo),

  • ma soprattutto tramandata e viva: nel Vescovo che ti ordina sacerdote, nel sacerdote che ti perdona, in tutti i battezzati resi sacerdoti per il mondo.

È l’adesione a Cristo che costruisce la Chiesa: un’adesione di fede e di affetto, non però intimistica, ma che da Lui e come Lui si apra all’amore verso tutti gli altri.

Ecco allora alcuni tratti della Chiesa:

  • luogo del sentirsi cercati e accolti dal Signore, pur nel rispetto della nostra libertà,
  • comunità di discepoli perdonati e che cercano di vivere secondo la sua parola,
  • luogo di fraternità e di comunione.

Ma l’uomo d’oggi ha bisogno di una Chiesa così?

Dice il nostro Arcivescovo:

    “Siamo debitori verso il mondo: debitori di speranza.”


Don Gabriele
vicario parrocchiale

 

 

 

 

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