CENA IN ALTOPIANO CON CONTORNO DI TRADIMENTI. “TRAME” ALLE SPALLE DELLA MAGGIORANZA DI CREMENO, OBIETTIVO IL 2021



ALTOPIANO VALSASSINESE – Tra i Comuni che andranno al voto non questo giro (20-21 settembre) ma nel vicino 2021, presumibilmente a primavera, c’è Cremeno.

Saldamente posizionato a centro-destra, con il fedele Pier Luigi Invernizzi (& C.) a presenziare spesso alle iniziative forziste, anche in trasferta sempre a supporto della maggioranza delle magliette” blu anche in Comunità Montana.

Lui è lì da quasi 10 anni e nulla sembra potere scalfire la sua inossidabile adesione al pensiero (unico) politico-amministrativo del territorio.

Quasi nulla.

In realtà – e VN ha in mano accertate ‘testimonianze’ e dettagliati particolari di quanto va accadendo in zona – pesanti ombre si allungano sul futuro in fascia tricolore del ‘Pigi‘ e sulla prosecuzione del suo mandato anche per il 2021-26. Anzi proprio sulla stessa ricandidatura di Invernizzi. Reo, sembra, di non essere abbastanza allineato sul fronte del progettato “Comune unico” dell’Altopiano, progetto accarezzato da tempo immemore ma mai così vicino come adesso, quando la strenua resistenza di tante amministrazioni di Barzio è venuta meno con l’avvento del sindaco per 7 voti, lo sponsorizzatissimo da Moggio Arrigoni Battaia.

Un’unica amministrazione per i 4 paesi dell’area comporta uniformità di vedute, ma il gruppo di Invernizzi, Arrigoni Neri e gli altri non risulta abbastanza uniforme.

Ecco allora il progetto-2021, con tanto di alfieri (di antica esperienza amministrativa), supporter e perfino una sorta di data fondativa: si parla per l’occasione di un festeggiamento in un noto ristorante di Barzio (quasi un’ultima cena visto il “tradimento” in atto, spifferato da più parti proprio dopo la celebrazione dei primi 50 anni guarda caso di un ex sindaco di Cremeno). Raccolti intorno al tavolo ben più di tredici commensali, a partire da tanti politici e amministratori di ieri, oggi e forse ancora domani, con condimento di tecnici e fidati amici nonché l’imprimatur del “boss” delle magliette in persona.

Si festeggia, certo, ma si discute anche. Ovviamente, di poltrone e assetti, di candidature, liste, nomi. E salta fuori l’idea di rimpiazzare il Pigi con un “pezzo da novanta – come si diceva un tempo – un papabile in grado di soppiantare il troppo moderato borgomastro in carica. Girano gli identikit, quello più in voga è perfettamente sovrapponibile all’ex potente locale Roberto Rota ma c’è chi afferma che il “big” in mente ai congiurati sia un altro.

C’è tempo, comunque, per portare avanti la trama. Diversi mesi e qualche passaggio rilevante. Poi, verrà il momento di salutare i governanti di oggi – i quali genuinamente cascano dal classico pero (ben distanti dal solo pensare di poter essere pugnalati alle spalle, dopo quasi un decennio di onorato servizio permanente continuo con la maglietta ben stirata e puntualmente esibita alla bisogna).

Roba strana? Macché. Non distante da qui, più verso l’Alta Valle, c’è chi il benservito se l’è già trovato – e si parla di personaggi molto inseriti e tecnicamente preparatissimi. Ma la politica del terzo millennio è questa, bellezze.

D’altra parte, certe cene sono entrate nella storia da lunga pezza. E quella di Barzio pare proprio entrare nel novero dei pasti “pesanti” per qualcuno – anche se nel caso specifico, a differenza di quella più nota di duemila anni fa, qua l’oggetto del tradimento manco era invitato.

VN

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In copertina: rielaborazione grafica di un’opera di Zeng Fanzhi 

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