A PREMANA “SGORGANO” CASCATE DI SOLDI PUBBLICI SUL TORRENTE VARRONE, TRA PONT DI BONOM E LOCALITÀ PETASC



PREMANA – Con mirata determina d’urgenza, accelerata e concretizzata mediante procedura negoziata, sono stati aggiudicati e sono in fase di avvio i lavori finalizzati alla realizzazione di briglie e alla regimazione e messa in sicurezza del torrente Varrone nel tratto compreso tra le località Petasc e Giabbio.

L’intervento assegnato è supportato dal finanziamento regionale di 450.000 euro e il progetto deliberato prevede la realizzazione di briglie, soglie e scogliere, tra la passatoia dell’ormai famoso Pont di Bonom seppur ignorato nel prospetto – forse per non rievocare inopportuni interventi pregressi eseguiti nell’area – e la località Petasc, zona interessata da eventi erosivi che hanno causato ingenti danni a terreni privati e all’alveo del torrente che il progetto propone di accomodare.

Il tratto del corso d’acqua negli ultimi anni è stato oggetto di onerosi interventi sugli argini e nell’alveo, che ne hanno snaturato l’originale conformazione e minato la sua primitiva selvaggia e originale attrattiva, stimolando dissesti che ora si cerca di riparare rimandando le cause esclusive all’acqua che copiosa viene dal cielo.

Non è necessario tornare indietro di molti anni per rievocare con la memoria le passeggiate lungo la storica strada militare tutelata che fiancheggia il torrente, ora percorsa dall’elettrodotto interrato che porta a valle il prezioso carico di oro blu e che ne attraversa l’alveo, per ricordare la musica delle acque che impetuose scorrevano tra i grossi massi e il sito era vissuto dagli appassionati come il più pescoso della regione (ora giace simile a una pietraia dove le ruspe transumano serenamente per raggiungere i percorsi in quota).

Chissà che visione avremo, quando i manufatti in programma lo ridurranno d un fondo di pietrisco e accumulo di sedimenti che necessiteranno di periodiche rimozioni e costose manutenzioni

Il prezzo che questi interventi lasceranno in eredità sarà socializzato e resterà sulla spalle della collettività mentre il tornaconto dei manufatti innalzati rimarrà privatizzato e goduto da pochi. A tutti resterà solo il ricordo di un habitat ambientale e paesaggistico modellato dalla natura purtroppo irrimediabilmente compromesso che nessun provvedimento, seppur dispendioso, potrà risarcire e ricomporre.

G. di G.

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