DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO: SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA



Il Vangelo di oggi ci presenta l’incontro di Gesù con la Samaritana. E’ bello che il Vangelo ci faccia notare l’umanità di Gesù che affaticato e assetato siede presso un pozzo. Ed ecco arrivare una donna ad attingere acqua.

Gesù le chiede da bere, ma quella risponde: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?”, e inizia un dialogo stringente fra lei e Gesù.

Di lì a poco gli apostoli si meraviglieranno vedendolo parlare con una donna, ma anche questo è un particolare molto significativo e bello che dice come Gesù sia venuto per tutti: non aveva bisogno dell’imposizione di “quote rosa”.

La sete, il pozzo, diventano per Gesù l’occasione per offrire a quella donna l’acqua viva che lui possiede, capace di dissetare il cuore.

Non è fuori luogo pensare che nella vita di ciascuno di noi c’è un pozzo, cioè una situazione per noi impensata, dove Gesù ci attende per offrirci quell’acqua viva.

Ma cos’è quell’acqua viva che Gesù ci offre? Qual è, come Gesù dice, l’opera del Padre che deve compiere? E’ la parola più profonda e più vera di cui il nostro cuore ha bisogno: Dio ti ama.

Noi la crediamo, ma un po’ come una parola astratta, appresa dalle prediche; ma come deve essere diverso quando la senti detta proprio a te, nel profondo dei tuoi sbagli e delle tue delusioni.

“Sono io che parlo con te”: Gesù non è solo il profeta che ci parla di Dio e a nome di Dio, ma è la stessa mano che il Padre tende a noi peccatori.

Anche nella vita umana ci sono esperienze di amore che trasfigurano la fatica o, viceversa, altre che la privano di significato e gioia quando l’amore viene a mancare.

“Mi ha detto tutto quello che ho fatto”: non c’era approvazione in Gesù, ma neppure opprimente condanna.

Riconoscere e rimuovere il proprio passato: iniziava così in lei lo zampillio di quell’acqua viva che Gesù le offriva.

Il primo passo verso la vita nuova che il Signore ci offre è sempre un passo di verità profonda sulla propria vita e di conversione.

Quale esplosione di liberazione e di gioia deve essere stata per quella donna!

Libertà e gioia che gli altri samaritani devono aver colto dapprima nella donna, ma poi, ancor di più, nelle parole stesse di Gesù: “Non è più per i tuoi discorsi che crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo”.

Non serve un secchio per attingere l’acqua che dà Gesù; serve accettare di fare luce sulla propria vita ed affidarla a Lui, alla sua misericordia.


Don Gabriele

Vicario Parrocchiale

 

 

 

 

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