ECCO L’IDENTIKIT DEL “CORVO DI BARZIO”. O MEGLIO: DEI CORVI



BARZIO – Nessuna qualità da “profiler” stile serie televisive, qua si fa giornalismo e in questo mestiere il vantaggio è che si finisce per avere mille contatti e qualche relazione con persone interessanti e “in gamba”. Se aggiungiamo che sulla questione della (brutta) lettera del cosiddetto Corvo di Barzio abbiamo avuto modo  di confrontarci con decine di queste persone – e in linea generale con non meno di un centinaio di soggetti diversi – ecco che facilmente ci siamo potuti fare un’idea se non certa quantomeno ben approssimata del potenziale identikit dell’autore di quella missiva.

Recapitata in talmente tante buche della posta che un calcolo attendibile porta a pensare che ormai siano tantissimi coloro i quali l’hanno potuta leggere.

Ma torniamo al “profilo” di chi l’ha preparata. Partendo da un presupposto difficilmente contestabile, frutto proprio del confronto tra la nostra redazione e diversi personaggi – alcuni dei quali molto preparati in materia, spesso non residenti in zona e dunque dotati di indipendenza di giudizio: il famoso Corvo non è uno ma a diffamare tanta gente sono “più Corvi”.

Da cosa nasce questa considerazione? Al di là della lunghezza della letteraccia (12 pagine fittissime, zeppe di nomi fatti circostanze e conclusioni calunniose), leggendola sembra emergere con chiarezza la scrittura “a più mani”.

Se è vero che lo stile, assai aggressivo, incazzoso, diffamatorio e a volte ironico, appare uniforme, a tratti saltano fuori stili diversi e soprattutto – ecco la motivazione autentica della nostra supposizione sull’origine “plurima” – competenze in materie differenti.  Talmente distanti e approfondite in quelle pagine da far escludere senza quasi ombra di dubbio che l’autore possa essere uno solo. Enciclopedico, esperto di almeno 5-6 settori, profondo conoscitore di argomenti e fatti e con accesso a fin troppi “cassetti”. Diversi dei quali inaccessibili senza esporsi pubblicamente.

Nel dettaglio, chi ha scritto sa di burocrazia e di legge, di amministrazione pubblica e di procedure giudiziarie (civili e penali); ha potenti nozioni su uffici tecnici e di segreteria, di urbanistica, ragioneria, appalti. E ancora, sa di comunicazione e di modi di agire di uffici pubblici, di forze dell’ordine e magistratura. Non ultimo: di intercettazioni telefoniche e ambientali.

Chi ha letto la missiva fatta girare tra l’Altopiano (Barzio soprattutto, ma non solo) e il resto della Valsassina ma pure a Lecco, sa che vi sono passaggi chiarissimi che in qualche modo “tradiscono” conoscenza e competenza delle tematiche di cui abbiamo riferito sopra.

Curiosa anche la trascrizione per pagine e pagine di colloqui tra alcuni degli accusati dalla lettera anonima, in una forma che tradisce la frequentazione proprio degli uffici nei quali le voci registrate di indagati e intercettati vengono poi riportate su carta. Ma in generale, tutta l'”opera” di cui si parla contiene troppi particolari che dimostrano la facilità di accesso dell’autore (quasi certamente degli autori) a faldoni, cassetti, archivi e in generale documentazioni non semplici da poter raggiungere e come detto che necessitano di professionalità diverse e pure rilevanti, al di là dell’effetto finale ovvero di una pessima lettera senza firma che accusa mezzo mondo, insultando persone, aziende ed enti pubblici.

Cui prodest? Difficile dirlo, a oggi. Ma è sicuro che più che una semplice livorosa boutade qui abbiamo a che fare con un vero e proprio complotto. Probabilmente (è l’analisi ricorrente parlando con chi ha esaminato il testo da punti di vista diversi), il grandissimo “polverone” sollevato con l’invio della missiva serve a coprire l’obiettivo finale, che potrebbe essere uno o più di uno ma comunque solo una minima parte delle circostanze elencate con migliaia e migliaia di parole da Corvo o Corvi.


E dunque siamo piuttosto convinti che prima o poi, per chissà quale via, l’intento dell’operazione verrà disvelato. Troppi gli indizi sparsi qua e là perché chi si sta occupando seriamente dei fatti (con competenza ben maggiore della nostra, quella di semplici giornalisti) non arrivi forse anche rapidamente a passare da identikit e sospetti a certezze e conseguenti denunce.

La lettera infatti è al centro di una o più inchieste non di reporter bensì di “addetti ai lavori” (leggi: inquirenti) competenti e interessati a sbrogliare la matassa, resa forse volutamente intricata, contenuta nelle 12 famose pagine che hanno scosso il territorio in queste settimane.

VN

 

POST SCRIPTUM
Caro Corvo, cari Corvi,
Valsassinanews ha l’ambizione di avere intuito che gruppo di persone istruite e con “accesso agli atti” abbia realizzato la famosa letteraccia.
Vogliamo giocarci su? La nostra mail è info@valsassinanews.com.
Fai/fateci sapere, grazie…

 

 

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