DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA PASQUA



Nel Vangelo di oggi è Maria che ci guida a comprendere e a vivere la Pasqua. Colpisce l’emotività di questa donna che trova il sepolcro vuoto e piange disperata, pensando che qualcuno possa aver portato via il suo Signore.

Addirittura scambia Gesù per il custode del giardino. Fa tenerezza questa donna, e Gesù le si avvicina con discrezione e gradualità.

Dapprima le dice: “Perché piangi? Chi cerchi?”, e solo dopo, quando la chiama per nome, Maria può riconoscere in lui Gesù.

In questo breve incontro è tracciato il cammino della Pasqua di Gesù: dalla sua morte alla sua risurrezione.

E’ anche il cammino che Gesù fa compiere a Maria: da una fede nel Gesù che aveva conosciuto ma che adesso era morto e lei non trovava più, alla fede in Gesù risorto e vivo.

Poi Gesù le dice: “Va dai miei fratelli e dì loro….”: e Maria va a portare l’annuncio agli apostoli.

L’annuncio iniziato quel giorno continua ancora oggi nella Chiesa e nel mondo, non spento dalle contrarietà, dall’indifferenza, o dalla derisione.

E’ il punto centrale e originario della nostra fede e della nostra speranza: senza la risurrezione di Gesù al più saremmo qui a dirci come sarebbe stato bello se Gesù e ciò che faceva fosse durato per sempre; e invece anche lui è morto.

E’ il sentimento attraverso il quale sono passati anche i suoi discepoli; possiamo dunque immaginare la loro sorpresa e incredulità sentendo dire che era risorto e vivo.

Credere in Gesù quando era con loro era già una cosa grande, ma ancora soggetta alla delusione.

Credere in Lui dopo la sua Risurrezione vuole dire credere di averlo accanto risorto e vivo, anche se invisibile, sempre e dovunque.

E’ il compimento delle sue parole:

“Io ho vinto il mondo”

“Io sono sempre con voi”

Nel cammino di Maria per riconoscere e credere in Gesù risorto, c’è un momento decisivo: quando Gesù la chiama per nome.

Anche noi abbiamo tanto bisogno di essere chiamati per nome da Gesù perché ravvivi in noi la certezza della sua presenza viva accanto a noi e così

E’ il cammino che percorriamo nella preghiera, quando da una preghiera abitudinaria e meccanicista passiamo ad una preghiera più attenta e poi ad una preghiera nella quale percepiamo che siamo davanti a Gesù vivo, che non vediamo ma che è più intimo a noi di noi stessi.

Una preghiera non chiusa in se stessa, ma che, se è vera, genera in noi un’attenzione profonda e cordiale anche verso gli altri.

Buona Pasqua di Risurrezione!


Don Gabriele

Vicario Parrocchiale

 

 

 

 

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