25 APRILE IN ALTOPIANO, IL PRIMO SENZA IL PARTIGIANO GIANCARLO SALVI



ALTOPIANO – Partecipate celebrazioni del 25 Aprile nei quattro Comuni dell’Altopiano Valsassinese. Terminate le restrizioni dovute alla pandemia si è tornati a festeggiare la ricorrenza con il corteo unitario, con tappe a Concenedo, Moggio, Cassina, Cremeno, Maggio, Barzio e infine al cimitero di Barzio dove si è verificato il più grave eccidio del territorio lecchese.

Presenti gli amministratori e tutte le associazioni combattentistiche e d’arma, oltre all’Anpi rappresentato da Augusto Giuseppe Amanti a cui è toccato ricordare non senza commozione il partigiano Giancarlo Salvi, scomparso lo scorso 14 aprile e da sempre testimonianza immancabile nella Festa della Liberazione.

 

IL DISCORSO DEL VICEPRESIDENTE ANPI VALSASSINA AUGUSTO GIUSEPPE AMANTI

Oggi ricordiamo il 77 esimo anniversario della fine della 2° guerra mondiale e la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La Valsassina ha avuto ben 224 morti, tra i quali una buona parte di partigiani caduti per la lotta di liberazione nazionale e di deportati nei lager nazisti. In particolare il nostro altopiano che, all’inizio della guerra contava 2364 abitanti suddivisi negli attuali comuni di Barzio, Cremeno, Cassina e Moggio, ha avuto 47 morti dei quali 7 per attività partigiana e 7 nei lager nazisti oltre a 15 partigiani fucilati a Barzio e Maggio.

Barzio, ha purtroppo subito il più grave eccidio di tutta la provincia di Lecco, con la fucilazione di 11 partigiani il 31 dicembre 1944, che ricorderemo al termine di questa celebrazione presso il cimitero di Barzio, unitamente ai 3 caduti della baita di Ceresola e ai 2 della baita di Pesciola. Che il cielo di Barzio non veda mai più simili orrori.

Pietro Calamandrei, uno dei padri costituenti, nel suo discorso sulla Costituzione tenuto a Milano il 26 gennaio 1955, davanti ad un gruppo di studenti affermava: “LA LIBERTA’ E’ COME L’ARIA: CI SI ACCORGE DI QUANTO VALE, QUANDO COMINCIA A MANCARE” e concludeva la sua lezione dicendo: ”SE VOLETE ANDARE IN PELLEGRINAGGIO DOVE E’ NATA LA NOSTRA COSTITUZIONE, ANDATE SULLE MONTAGNE, NELLE CARCERI, NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO, DOVUNQUE E’ MORTO UN ITALIANO PER RISCATTARE LA NOSTRA LIBERTA’, PERCHE’ E’ LI CHE E’ NATA QUESTA NOSTRA COSTITUZIONE”.

Primo Levi superstite di Auschwitz nel suo libro “SE QUESTO E’ UN UOMO” ammonisce: “SE COMPRENDERE E’ IMPOSSIBILE, CONOSCERE E’ NECESSARIO, PERCHE’ CIO’ CHE E’ ACCADUTO PUO’ RITORNARE, LE COSCIENZE POSSONO NUOVAMENTE ESSERE SEDOTTE ED OSCURATE: ANCHE LE NOSTRE”.

E pertanto è nostro dovere civico e morale tenere viva la memoria per ricordare il passato e non ripeterne gli errori, anche se purtroppo quanto sta succedendo in questi ultimi due mesi mi porta a dire che: “LA STORIA INSEGNA MA NON HA ALUNNI”.

In conclusione di questo intervento, voglio ricordare il nostro carissimo partigiano combattente Giancarlo Salvi partito per l’ultimo viaggio lo scorso 14 aprile. Era l’ultimo partigiano vivente della Valsassina. Nato a Primaluna il 16 luglio 1925 e da lungo tempo residente a Barzio, aveva 18 anni quando non si presenta alla chiamata alle armi della Repubblica sociale italiana. E quindi per tale motivo si sbanda e si dà alla montagna aderendo alle prime bande partigiane valsassinesi ed in seguito alla 55esima Brigata d’assalto Fratelli Rosselli. Partecipa a diverse azioni in Valsassina e alla battaglia di Lecco del 26 e 27 aprile 1945 e per alcuni mesi fa parte della polizia partigiana.

Nel 2016 ricevette la “Medaglia della Liberazione” commemorativa del 70esimo anniversario conferita dal Ministero della Difesa ai partigiani combattenti. Nel Congresso della Sezione ANPI Valsassina del 2016 è stato nominato, con voto unanime, come Presidente onorario a vita.

Giancarlo era innamorato della Costituzione, nata dalla Resistenza e, in occasione della consegna ai neo diciottenni barziesi della Carta Costituzionale, il 25 aprile di ogni anno, additava i valori di libertà, democrazia e pace. Raccomandava loro di leggerla attentamente, di rispettarla e farla rispettare.

Ciao Giancarlo che la terra ti sia lieve.

Augusto Giuseppe Amanti
Vicepresidente Anpi sezione Valsassina

 

IL DISCORSO DEL SINDACO DI CREMENO PIER LUIGI INVERNIZZI

Carissimi concittadini, colleghi Amministratori, Gruppo Alpini, Associazioni e Corpo Musicale S.Cecilia presenti, volevo innanzitutto farvi arrivare da parte mia e di tutta l’Amministrazione Comunale un sentito grazie per la partecipazione alla ricorrenza della festa della Liberazione.

77 anni fa il nostro Paese riconquistò la libertà che gli era stata negata, oggi visto la situazione di guerra ai confini dell’Europa siamo chiamati anche se indirettamente di nuovo ad una impresa simile, seppur con nemici diversi.

Dal 25 Aprile di 77 anni fa infatti è stato avviato un percorso sicuramente tumultuoso ma ricco di grandi conquiste. Conquiste che in questo periodo storico così delicato dovrebbero costituire le basi fondamentali da cui ripartire con una propulsione ancora più forte.

La prima di queste conquiste è senza ombra di dubbio la Carta Costituzionale.

La nostra Costituzione, nel suo testo, ha riconosciuto per la prima volta diritti che nel passato non erano mai stati presi di considerazione, uno fra tutti l’esistenza e l’importanza di un valido sistema democratico, un sistema in cui ciascuno di noi, con la propria responsabilità e con la propria libertà, riesca ad esprimere un indirizzo che sia, da una parte, il più possibile rispettoso di tutti e, dall’altra parte miri realmente al progresso ed al benessere comune.

Nella data del 25 Aprile di tanti anni fa l’idea innovativa trovava fondamentale proprio nel riconoscimento della forza e della conoscenza delle persone fondata sulla libertà dell’individuo. Tutto ciò che i sistemi gerarchici del tempo e quelli attuali continuano ad ostacolare.

Oggi questi valori e principi devono trovare ulteriore affermazione con una tenacia ancora maggiore. Gli accadimenti degli ultimi mesi ripropongono scenari funesti già vissuti nel passato che ciascuno di noi non avrebbe mai più pensato di dover rivivere.

Ulteriormente l’emergenza Covid che ci ha così duramente messo alla prova deve esserci di insegnamento affinché lo spirito di Comunità e fratellanza inteso nel termine più alto del suo significato possano essere degli elementi imprescindibili al fine del bene Comune e per la risoluzione dei problemi.

Credo che noi tutti, ed in primis le figure istituzionali e rappresentative, debbano fare da esempio per alla propria popolazione ed allo stesso tempo costituirne una guida, anche morale.

In questa ricorrenza così significativa del 25 Aprile, con forza e coraggio, vogliamo ribadire un no a tutte le guerre e a tutte le forme di sopraffazione. Dobbiamo crederci fermamente ora più che mai, perché diversamente un popolo che non ha fiducia in se stesso rinuncia ai principi morali e di libertà e continua a ragionare con logiche divisive, non avrà futuro come ci insegna la storia.

Che il sacrificio di tanti giovani per affermare questi valori ci sia da insegnamento e di monito per il futuro.

Con questo pensiero colgo l’occasione di augurare un buon 25 Aprile e viva l’Italia.

Pier Luigi Invernizzi
Sindaco di Cremeno

 

 

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