DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO: TERZA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA



Dal Vangelo di oggi, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, raccogliamo due pensieri. Anzitutto il Vangelo ci dice come Gesù vuole tutto da noi. È la totalità con la quale la folla lo segue senza la preoccupazione del cibo o per la notte.. E agli apostoli chiede tutto quello che hanno, pur se poco e sproporzionato rispetto alla folla da sfamare. Sembra che gli apostoli, con la loro premura di congedare la folla prima che si facesse notte, insinuino la misura del buon senso davanti alle misure esagerate chieste da Gesù.

Non sono forse esagerate le richieste di Gesù di amare i nemici, o di amare lui più dei propri familiari, ecc.?

E non è esagerato il modo di come la peccatrice in casa del fariseo ha sciupato del profumo per i piedi di Gesù anziché, come suggeriva saggiamente Giuda, di darne l’equivalente ai poveri?

Ma anzitutto: non era esagerata la povertà di Gesù, il suo lasciarsi mangiare dalla gente, il suo modo di pregare e di mettere tutta la sua volontà nel compiere la volontà del Padre, fino alla Croce?

Se Gesù è il Signore, capiamo come dobbiamo tutto a Lui: senza scoraggiarci se abbiamo poco dare, e senza calcoli se abbiamo tanto; e se Gesù ci chiede tutto è perché anzitutto Lui ha dato tutto se stesso per noi.

In secondo luogo, Gesù chiede tutto, ma poi restituisce tutto moltiplicato: “Tutti mangiarono a sazietà e furono portate via dodici ceste di pezzi avanzati”.

L’inizio del miracolo è stata la condivisione, la fine è la sazietà di tutti.

Nel mezzo ci sta il miracolo che Dio può compiere quando gli viene dato tutto, poco o tanto che sia, purchè sia fatto senza il calcolo che rende sterile la generosità.

Gesù ci chiede che il dono che facciamo a Lui sia come il gesto totale del bambino che dona alla sua mamma il disegno fatto all’asilo, diversamente dal gesto del grande che, facendo un dono, calcola se è proporzionato e gli farà fare bella figura.

Ed infine è bello pensare a quanta sincera condivisione c’è nel mondo: nelle famiglie, nelle relazioni personali, in tante persone e associazioni di volontariato, e forse anche fra i popoli.

Anche se non la vediamo, crediamo che Gesù la conosce e che, nelle sue mani, sia anche oggi capace di sfamare questa nostra umanità bisognosa di vera fraternità e di pace.

Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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