DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA DOMENICA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Guardo la croce e vedo che è composta da un palo verticale e uno orizzontale, una sorta di legame tra il cielo e la terra (palo verticale) e un ponte verso gli altri, il mondo intero (palo orizzontale). Sulla croce Dio si è fatto vicino. Il suo cammino di kenosi (abbassamento) iniziato con l’incarnazione raggiunge il punto più basso sulla croce. E lì ci raggiunge nel nostro peccato, nella nostra drammatica distanza da Dio, condannato a morte come un maledetto da Dio e dagli uomini. Sulla croce ha vissuto nella sua carne la pienezza della fedeltà all’amore del padre verso ogni uomo. Condannato per non condannare ma per salvare chi è veramente perduto perché inequivocabilmente incapace di essere figlio e fratello. Gesù è stato ubbidiente all’amore del Padre “fino alla morte e alla morte di croce”. “Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome: Gesù Cristo Signore!”. (seconda lettura: Fil 2)

La croce è rivelativa dell’amore infinito di Dio per noi : “Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,8)

Per questo possiamo esaltare la croce, uno strumento di morte, espressione di rifiuto, di odio, di cattiveria, di ingiustizia. Perché in realtà rivela tutta la gratuità dell’amore di Dio per noi.

La croce dice anche il senso più vero della nostra vita, la nostra più profonda vocazione. È ciò che viene richiamato dal palo orizzontale della croce. Anche noi siamo invitati ad avere braccia aperte spalancate verso il cielo per accogliere tutto l’amore di Dio e spalancate verso gli altri per accoglierli e vivere vicendevolmente l’invito ad amare così come Gesù ci ha amato. L’amore ricevuto è amore di stima e di perdono e un amore così deve essere da noi donato agli altri.

Esaltiamo la croce perché ci dice che il senso della vita è amare, che abbiamo la possibilità di unirci a Gesù nel suo desiderio di salvezza offerta ad ogni uomo. Esaltiamo la croce perché smaschera tutte le false promesse di vita e di gioia legate al potere, all’avere e all’apparire. Non si trova ciò che si cerca se stringiamo, se possediamo, se non lasciamo, se non abbracciamo. La salvezza, la gioia, la pace è nel dare, nell’abbracciare, nel lasciare, nel servire.

La croce ha un centro. I due pali sono legati al centro. Nei primi secoli il crocifisso era dipinto in modo tale che il suo cuore fosse posto proprio sopra l’intersezione del palo verticale con quello orizzontale. Come a dire che al centro di tutto c’è il cuore di Gesù cioè Gesù che ci sta amando.

Esaltiamo la croce perché ci dice che in ogni momento, in tutte le dimensioni della nostra vita Gesù ci sta amando e amandoci, se lo vogliamo, ci trasforma sempre più in Figli e fratelli come Lui.

Don Stefano Colombo
Casa Paolo VI – Concendedo