Tragedia alla stazione di Lecco, barziese muore sotto un pullman



E’ successo intorno alle 9.40 di domenica mattina nel piazzale della stazione a Lecco. La dinamica dell’incidente non è ancora ufficializzata. Due le versioni raccolte oggi: la prima raccontava che l’uomo fosse corso incontro al pullman, come se stesse cercando di prenderlo dopo averlo perso; una seconda invece sostiene che  il mezzo pubblico avesse lasciato attraversare la strada all’anziano e fosse ripartito non appena l’uomo aveva raggiunto il marciapiede. A quel punto non si sa bene cosa sia successo, forse un malore o l’improvvisa idea di ritornare sui suoi passi, fatto sta che Benedetti pare sia scivolato sulla carreggiata finendo sotto le ruote posteriori del pullmann in transito. Per la vittima non c’è stato niente da fare ed è deceduta prima di arrivare in ospedale. Sul posto sono giunti la Polizia Locale di Lecco che ha compiuto fino a oltre mezzogiorno lunghi e attenti rilievi, l’ambulanza del 118 e i Vigili del Fuoco di Lecco.

Benedetti. era pensionato, abitava da solo a Barzio e viveva sotto la spada di Damocle di uno sfratto, che dalla fine di novembre era stato spostato in avanti al prossimo giugno. Stava per perdere l’appartamento che aveva preso in affitto in Piazza Garibaldi, proprio nel  centro del paese; per questo, e per la sua pensione minima, il Comune stava cercando soluzioni. Sembra che siano stati contattati anche i parenti tra Venezia e l’Emilia ma che i rapporti fossero burrascosi da tempo con l’ex moglie e i due figli, un maschio e una femmina; i contatti erano stati tenuti con un fratello, in Veneto.

La sua era stata una vita ai confini del leggendario: nato nel 1934 a Venezia, barista, aveva girato molto, in Italia (specie sulla riviera romagnola). Aveva lasciato un bar e famiglia a Mirandola nel modenese, da dove era partito per fare il barman libero professionista. Nei suo andare nel mondo era passato anche dietro al banco del celebre bar Cipriani e altrettanto famoso albergo Danieli, di nuovo a Venezia.

Da oltre trent’anni era in Valsassina. Finché aveva lavorato, ossia fino a una quindicina di anni fa, amava "trattarsi bene", le donne e la compagnia. Non sempre era ingaggiato, si permetteva anche periodi di sosta finché non esauriva quanto messo da parte. Viene descritto "riservato e di classe" sul lavoro, generoso con gli amici nei periodi in cui si ritrovava con il portafoglio gonfio.

In passato aveva avuto una storia con un personaggio politico lecchese. In quei momenti lo si vedeva passeggiare per Lecco raggiante, con un cappello a tese larghe e una sciarpa lunga: "Sembrava Fellini" dice una persona che l’ha conosciuto. Poi la relazione è terminata male al punto che, si dice, era stato accusato di aver riempito la città di biglietti con offese pesanti nei confronti della donna. Se l’era cavata perché l’avvocato aveva dimostrato il suo analfabetismo: Benedetti dunque non poteva avere scritto di suo pugno quei cartelli pieni di insulti contro l”ex amata.

Ultimamente, raccontano persone che lo conoscevano, stava male, molto male. Poco curato, con gli occhiali scuri anche in giornate di pioggia, a volte non troppo in sè. Forse proprio l’incubo di perdere la sua dimora lo aveva colpito violentemente nel morale.

Viaggiava in pullman tra la Valsassina e Lecco anche quattro-cinque volte al giorno, sfruttando il tesserino che gli permetteva di utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici.

Molti lo conoscevano per questo, come un frequentatore delle corse dei pullman blu da e per la Valle. Aveva lavorato al Clubino e al Terrazzone di Cremeno; a Lecco in bar rinomati. Altri ambienti in cui era noto, perché frequentati negli ultimi anni: il caffè della stessa stazione ferroviaria e il Cavour di Lecco – dove lo ricordano come una persona tranquilla, che si beveva il caffè e qualche bianchino.

Nel pomeriggio la figlia di Benedetti, Mirka, è arrivata a Lecco per il riconoscimento e gli altri tristi adempimenti del caso. Ha raccontato a Valsassinanews che tempo fa aveva trovato lavoro al padre in un bar in Trentino ma lui aveva preferito continuare a vivere in Valle, perchè qui diceva di sentirsi a casa sua.

Sotto: il luogo del tragico incidente e una rara immagine di Benedetti con Memo Remigi
 


 
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