SVILUPPO MONTANO E SOSTENIBILITA’



Argomento delle due giornate di lezione è stato lo sviluppo sostenibile con particolare attenzione a quello delle aree alpine. I principi di seguito esposti possono risultare interessanti non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per chi desidera valutare sotto la prospettiva della sostenibilità gli interventi che vengono realizzati nel proprio territorio.

Negli ultimi venti anni si è sviluppato un nuovo approccio al governo del territorio che, a differenza di quanto avveniva in precedenza, ha posto in primo piano nelle politiche di sviluppo non la sola crescita economica, ma anche la tutela e la promozione della qualità dell’ambiente, del capitale umano e di quello sociale.
Tale approccio considera il territorio come un insieme di risorse necessarie per sostenere modelli di produzione e consumo che, non essendo illimitate, devono essere adeguatamente conservate, promosse e incrementate per poterne fruire nel lungo periodo.

L’obiettivo principale è pertanto quello di evitare che l’eccessivo sfruttamento delle risorse porti a conseguenze irreparabili, sia dal punto di vista della perdita definitiva del patrimonio stesso che da quella delle conseguenze negative che un patrimonio deteriorato comporta sulle attività che su di esso si fondano.

Le risorse ambientali e culturali sono beni pubblici, ovvero beni disponibili per tutti e il cui uso da parte di alcuni soggetti non preclude l’uso da parte di altri pur nell’ambito di un sistema di regole. L’utilizzo di tali risorse per diverse finalità di produzione o consumo da parte di differenti utilizzatori produce un sistema di pressioni ed impatti sul territorio e l’ambiente (esternalità).

I costi o i benefici di questi effetti collaterali ricadono sulla collettività, spesso sotto forma di danni, che non vengono però direttamente sopportati da chi li produce, o di vantaggi che vengono goduti da terzi che non hanno partecipato alla spesa. Nel caso dei beni ambientali, ad esempio, i costi esterni delle attività sono rappresentati dal degrado prodotto alle risorse ambientali, dalla perdita del relativo valore per la collettività e dalla riduzione della possibilità di godere dell’ambiente.

In mancanza di interventi, per questa perdita di valore la collettività non riceve alcuna compensazione. Un esempio di intervento per ridurre gli effetti delle esternalità negative derivanti dallo sfruttamento di un’area naturale per la localizzazione di attività private è il pagamento di un canone alla collettività. In alcuni casi le esternalità possono essere positive, ovvero possono consistere in un aumento delle risorse a disposizione della collettività a fronte di attività di produzione e consumo di cui la collettività stessa non paga almeno direttamente i costi.

Un esempio è il recupero di aree degradate per instaurare nuove attività: tale intervento produce infatti un miglioramento delle condizioni dell’area del quale può trarre beneficio anche la collettività.

La presenza di esternalità negative determina costi collettivi che non vengono contabilizzati né dal punto di vista quantitativo né, in molti casi, dal punto di vista della percezione, il che crea i presupposti per il sovra sfruttamento.

E’ pertanto necessario definire il limite di utilizzo, definito capacità di carico, al di sopra del quale il patrimonio ambientale non riesce più a riprodurre in modo autonomo risorse della stessa qualità di quelle utilizzate. La definizione di tale limite in molti casi di sistemi complessi è assai complicata ed approssimata, ed una protezione adeguata richiede di fermarsi ben al di sotto di questo limite teorico.

A titolo di esempio, la realizzazione e il dimensionamento di opere come il nuovo acquedotto "Acqua Alta" in Val Biandino deve essere attentamente valutato rispetto alla capacità di carico dell’ecosistema del quale vengono utilizzate le risorse, in questo caso del lago di Sasso dal quale verrà prelevata l’acqua.

Nell’ultimo decennio si è assistito ad un’evoluzione dell’approccio allo sviluppo sostenibile che ha integrato in una visione sistemica la qualità dell’ambiente e il benessere delle comunità locali.

Non si tratta più soltanto di ridurre il degrado delle risorse territoriali fisiche ma anche e soprattutto di farlo in una visione d’insieme che integra obiettivi economici, ambientali e socio-culturali.

Alla base del nuovo approccio è la considerazione che i sistemi territoriali possono considerarsi in equilibrio solo se il sistema stesso riesce a garantire la presenza di quantità adeguate di tutte le tipologie di risorse nel lungo periodo, compresa la qualità dell’ambiente sociale e culturale.

La sostenibilità sociale e culturale ha l’obiettivo non solo di preservare l’identità sociale, di tradizioni e usi, del patrimonio storico artistico e culturale, ma anche di garantire l’equità intragenerazionale (tra generazioni diverse) ed infragenerazionale (tra territori diversi).

Ogni intervento sul territorio dovrebbe pertanto essere scelto, progettato e sviluppato in modo da ottenere risultati coerenti con uno sviluppo che guardi alla crescita qualitativa e non solo quantitativa dei sistemi ambientale e sociale accanto a quello economico, e dovrebbe essere proceduto da diverse analisi di sostenibilità:
•    economica: avente l’obiettivo di mettere in evidenza il sistema di costi e ricavi che derivano dalle attività di progettazione, realizzazione e funzionamento delle attività previste dall’intervento.
•    ambientale: avente lo scopo di evidenziare tutti gli impatti sulle risorse ambientali e tutti gli elementi progettuali che consentono una riduzione degli stessi impatti, sia nella fase di realizzazione che, soprattutto, in quella di attuazione delle attività (medio/lungo periodo).
•    sociale: con l’obiettivo di analizzare tutti gli elementi legati alla domanda locale ed esterna di prodotti e servizi, le relazioni con l’utenza esistente e gli impatti positivi e negativi che la produzione dei servizi o prodotti produrranno sul sistema sociale locale in fase di attuazione e fruizione.

Non esiste tuttavia una ricetta univoca relativa a cosa e come analizzare. Occorre soppesare ogni volta i problemi e gli obiettivi delle valutazioni tenendo conto dei principi di base dello sviluppo sostenibile e degli interessi e delle caratteristiche di tutti i soggetti coinvolti.

Ing. Flavio Piolini

 
 

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