Tante lucciole in Valle, buon segno. E torna a nidificare il balestruccio



I più attenti avranno notato in queste tiepide notti di estate valsassinese il notevole incremento della presenza di lucciole nelle nostre zone, basta recarsi nei posti più buoi per godersi lo spettacolo che offrono centinaia di piccoli punti fosforescenti che si spostano da una parte ad altra. Ci sono sempre state le lucciole in Valle, ma non tante come in questo periodo; il fatto ci ha incuriosito e abbiamo cercato di informarci al riguardo, contattando uno dei personaggi noti in Valle per le sue conoscenze nell’ambito della natura: Lorenzo Greco, laureato in ingegneria meccanica ma da molti anni appassionato della biologia ed etologia della fauna selvatica.

Greco da qualche anno collabora con l’associazione Amici della Torre di Primaluna. Chi ha avuto la fortuna di assistere ad alcuna delle sue conferenze sulla fauna in Valle, sarà rimasto sorpreso dalla semplicità con la quale riesce a trasmettere e divulgare le sue conoscenze.

Oggi l’esperto ha risposto alle nostre domande sulla presenza delle lucciole in Valle, scusandosi per il ritardo nel rispondere dovuto al fatto che si trovava in Alto Adige ad assistere alla transumanza degli Yak, insieme a Messner. 

"Per quanto riguarda le lucciole non sono un esperto. Posso dire con certezza che la loro diminuzione è stata negli anni un chiaro effetto dell’inquinamento. Due sono i fattori che agiscono: l’uso dei fitofarmaci che le uccidono direttamente o indirettamente (poichè si nutrono di lumachine che a loro volta vengono avvelenate da tali prodotti) e l’inquinamento luminoso. 

Infatti la luce artificiale impedisce a questa specie di riprodursi, poichè complica la comunicazione tra i sessi (la luce emessa soprattutto dai maschi serve per farsi notare dalle femmine – che non volano ma li attendono a terra) e quindi ne impedisce la riproduzione".

"Il fatto che quest’anno si sia registrato un aumento di lucciole è un ottimo segnale di qualità ambientale".

Ma la Valle riserva altre piacevoli sorprese per la natura, oltre ai cinghiali di Ballabio, sui quali Lorenzo ci conferma che si tratta sicuramente di soggetti ibridi, frutto della reintroduzioni o ripopolamenti a scopo venatorio, esemplari che risultano inquinati geneticamente perchè si incrociano con i maiali. "Il patrimonio genetico del cinghiale è stato praticamente cancellato. Essendo una specie particolarmente adattabile non è c’è da meravigliarsi se sia stato avvistato in Valle, tra l’altro può causare ingenti danni all’agricoltura…", ma la vera e propria novità è la presenza a Primaluna, sotto il tetto della chiesa di San Rocco di un nido di balestruccio; un episodio che non accadeva da anni

Il balestruccio è simile alla rondine e negli ultimi anni le nidificazioni in Valsassina di queste specie sono state in fortissima diminuzione; se sono tornati a nidificare vuol dire che sono aumentati gli insetti di cui si cibano… tutti segnali incoraggianti.

 

 

 

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