SAGRE E FIERE/MAGNI: ”IL PROBLEMA È SEMPRE IL NON RISPETTO DELLE REGOLE”



Alpini con la taragna a offerta libera, parrocchie che si trasformano in ristoranti, presunte fiere della durata anche di cinque giorni, regole che nessuno segue ma soprattutto nessuno fa rispettare… Egidio Magni, che pure è dimissionario da tempo come rappresentante locale di Confcommercio, ci va giù duro ma contemporaneamente si dimostra scettico: "Ne parliamo da anni e anni, eppure non cambia niente; è uno dei motivi per cui ho deciso di disimpegnarmi. Non è possibile che tutti facciano quello che vogliono, senza conseguenze per chi appunto viola qualunque tipo di indicazione di legge. E uesto va avanti da sempre, anzi peggiora. Beninteso, le colpe stanno un po’ da tutte le parti, anche qualche ambulante, un agriturismo o il rifugio può sbagliare ma in generale chi organizza feste pubbliche dalle nostre parti la fa franca sempre".

Ma esattamente, dove stanno le violazioni? "E’ sotto gli occhi di tutti: con la scusa dell’essere ‘popolari’ e non rispettare le normative si praticano prezzi assurdi, alla faccia di chi deve fare corsi, sottoporsi a mille pratiche, controllare tutto fino all’esasperazione. Poi giri d’estate in Valsassina e trovi appunto piatti a offerta libera, cucine senza alcuna cura e quant’altro. Ho rimesso il mio mandato ma da Lecco mi dicono che non si trova nessuno per sostituirmi; in ogni caso a primavera prossima scade il mio incarico e a quel punto uscirò, comunque vada. L’ho già detto da tempo: così non si può andare avanti, guardi anche la cosa della Sagra delle Sagre…".

sagra gente2Quindi? "Quindi abbiamo sollevato la questione della concorrenza per dieci in giorni in pieno agosto e della scarsa ‘valsassinesità’ di quella manifestazione; abbiamo ottenuto di realizzare incontri, tavoli di confronto, un sacco di blablabla e alla fine le cose sono rimaste le stesse. Cambiano le società ma poi la minestra rimane quella. Parlo di una fiera gigantesca come la Sagra ma il discorso come dicevo prima vale anche per gli eventi più piccoli, che poi sono sempre di più e durano sempre più a lungo. L’uscita dei miei "capi" è stata dura, però le cose stanno proprio così. E peggiorano in tempi difficili per tutti come quelli che viviamo: se da una parte i commercianti fanno bene a lamentarsi perché incassano di meno e si trovano questa concorrenza (che una volta, con le vacche grasse si poteva anche chiudere un occhio), dall’altra cosa vuole che faccia un consumatore con pochi euro in tasca? Se trova la polenta a tre euro dagli alpini la prende lì, mica paga il coperto al ristorante. I prezzi da sagra sono praticabili perché alle spalle c’è volontariato e appunto nessuna regola. Così non va".

 
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