OGGI E DOMANI LE ZOOTECNICHE. EMERSE NEGLI ANNI VENTI, SEGUONO USI SECOLARI



La Comunita montana conserva gli studi di due storici Giulio Selva ed Angelo Sala che riuscirono a trovare la prima traccia ufficiale dell’evento nei documenti del 1925. In quell’anno le manifestazioni si svolsero a Protobuscante esattamente il 16 settembre. L’edizione consacrò una stella, la vacca "Regina", grande produttrice di latte, vincitrice della gara di categoria per tre edizioni, le cui performance la fecero distinguere anche  alla Fiera-esposizione di Milano del 1928. Lì in due giorni fece scendere nei secchi ben 67 litri di latte, vincendo di misura su un esemplare olandese. Il podio della valsassinese mise in luce  e mostrando per la prima volta la razza bruna alpina, così come era stata selezionata dalla fine dell’Ottocento proprio nella nostra valle grazie all’importazione di tori svizzeri da Cantone Schwitz.

All’inizio l’iniziativa fu spontanea, poi il fenomeno crebbe grazie al Comitato Zootecnico Valsassinese a partire dal 1904 quando un toro elvetico fu portato a Baiedo; tre anni più tardi (1907) fu la volta di un secondo a Taceno, poi nel 1908 uno a Maggio  di proprietà dei fratelli Vittadini. Nel 1923 ormai il flusso era consolidato al punto che la Cattedra Ambulante di Como prese in carico la scelta degli esemplari da portare in Italia, tra questi le cronache dell’epoca citano "Sturm" (tempesta) che trovò stalla a Crandola, e "Furst" (principe)  a Pasturo.

Così si arrivò al 1925, serviva mostrare la produzione di maschi discendenti da cotanti genitori: "Le nostre vacche lattifere sono già note ed apprezzate in Lombardia: bisogna far conoscere che ora ci sono anche tori degni di pregio" sono i commenti ritrovati da Sala e Selva.

Ormai la razza bruna valsassinese è diventa celebre e ricercata anche tra gli allevatori di pianura. La vacca "Regina", che era di proprietà di un contadino di Pasturo, Giuseppe Invernizzi, divenne l’ambasciatrice di una selezione che per molti anni ebbe fama non solo in  Lombardia, ma pure in Piemonte, Emilia e Toscana, dove "Valsassina" era sinonimo di qualità.

Oggi le mucche sono presenti in mostra più per un vezzo degli allevatori, ognuna ha un codice ed esiste un registo, esibirle forse non servirebbe neppure più. Ma le Zootecniche restano un momento sociale e collettivo sia per esibire la propria abilità nella selezione della progenie, sia per lo scambio di conoscenze e di buone pratiche, così come succede in ogni fiera di settore. 

Nel contorno vi sono sia proposte dedicate al comparto il convegno sulla castanocultura, l’esposizione di macchine agricole, ma anche tante attività che in maniera ludica aiutano chi ormai con l’agricoltura e il mondo contadino non ha più nulla a che fare e li fa riconciliare con quei saperi e quei ritmi.

E se fino a pochi anni fa si poteva parlare di nicchie in cui la memoria sopravvivera, in questi ultimi tempi è cambiata l’aria che tira:  il trend sociale vede le facoltà di agraria sempre più popolate, i giovani tornano alla terra ma con un atteggiamento sofisticato che coniuga attenzione per l’ambiente e tipicità dei prodotti con la capacità di regolare e calibrare gli investimenti e le risorse utilizzate. 
Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi
Fornace – Barzio (zona Sagra delle Sagre)
Pratobuscante – Pasturo 
Sabato e domenica

Ecco alcune immagini dalle passate edizioni

 

 

 

 

 

I "SONDAGGI" DI VALSASSINANEWS

DROGA IN VALLE, SUFFICIENTE LA RETATA IN ALTOPIANO?

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