SFRUTTAMENTO IDROELETTRICO, NULLA DI VERDE E SOSTENIBILE: SPECULAZIONE?



Il C.I.R.F. (Centro italiano per la riqualificazione fluviale), sottoscrittore del documento insieme alle principali associazioni tra le quali Legambiente, WWF Italia, Cai oltre a più di cento associazioni, ha presentato nell’occasione un dossier estremamente interessante. Davvero impressionanti ed emblematici i dati contenuti nel documento, che riassumiamo di seguito in sintesi
 
•    Il numero di impianti idroelettrici in italia negli ultimi anni e in decisa espansione, principalmente per effetto dell’attuale meccanismo di incentivazione.
•    Il principale incremento è dato dal minidroelettrico e cioè da impianti di potenza inferiore a 1 mw
•    Tra il 2009 e il 2013 il numero di impianti di questa categoria e aumentato di 673 unità (da 1270 a 1943) con un incremento pari a circa il 53% (basate su dati Gse)
•    Questo però ha portato a un aumento di potenza installata (rispetto al totale dell’idroelettrico nel 2009) di solo lo 0,8%.
•    Va poi sottolineato che oltre 1 miliardo di € all’anno èattualmente speso per l’incentivazione di tali impianti (certificati verdi (CV), ai sensi del D.M. 18/12/2008 e incentivi introdotti dal D.M. 6/7/2012)
•    Il costo medio attuale per incentivare gli impianti tra 20 e 500 kw di potenza è quindi  di 0,14€/kwh.

"Questi sono dati ufficiali che sgombrano il campo da qualsiasi dubbio – annota il comitato premanese ‘Salviamo i nostri torrenti‘ – produrre energia con gli impianti minihydro non è economicamente conveniente oltre a rappresentare un grave danno per l’ambiente alpino. La realizzazione di un numero abnorme di questi impianti, che ha portato ad uno scempio dell’arco alpino che non ha precedenti nella storia, si sostiene solo grazie ad un folle sistema d’incentivazione, che vede l’italia ben al di fuori degli standard europei, pochi investitori privati speculano sui torrenti di tutti!. L’azione portata avanti dai comitati alla Camera – conclude la nota – ha proprio lo scopo di chiedere di ridurre gli incentivi e indirizzarli solo alle tipologie di impianto che hanno oggettivamente un impatto molto limitato sull’ambiente (ricordandosi che non e vero che “piccolo e bello”)".
 

> SCARICA IL DOSSIER CIRF/L’energia “verde” che fa male ai fiumi
 

 

 

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