PIOVERNA ADDIO/PARLA GOGGI, FONDATORE ED EX DIRETTORE DEL MENSILE



Milanese trapiantato ad Introbio, Gianpietro Goggi è stato nel 1984 tra i fondatori di quel giornale stampato inizialmente in modo un po‘ "carbonaro", e in tanti anni di collaborazione è diventato via via direttore responsabile, editore, infine (lo è tutt’ora) collaboratore del mitico "Pioverna". Lo stesso che si appresta mestamente a scrivere la parola fine sull’ultima pagina stampata al termine di una lenta agonia editoriale.

Lo abbiamo contattato per un’intervista-ricordo. Ecco le sue risposte:


Goggi, il Pioverna cessa le pubblicazioni. Un colpo al cuore?
Sicuramente è per me una brutta notizia per almeno un paio di ragioni. In primo luogo perchè “il Pioverna” è un bellissimo pezzo di storia della mia vita perchè, come diceva, lo fondai e lo diressi trent’anni fa. Non va poi sottaciuto che la sospensione o la chiusura di un giornale è un brutto segno per la democrazia perchè viene meno uno strumento di pluralità nell’informazione.
Sono dispiaciuto anche perchè Gianluigi Castelnovo è stato un ottimo direttore e, grazie ad un’efficace e snella redazione, è riuscito a radicare il mensile in tutto il nostro territorio montano e lacustre.

 
Ci racconti un po’ di storia di questo periodico e magari un paio di ricordi che serba. 
Il giornale ha mosso i suoi primi passi nella Biblioteca di Cortenova, stampato col ciclostile su carta azzurra. Era settembre del 1984. Tra i collaboratori l’amico Riccardo Benedetti e un gruppo, sempre più numeroso, di ragazze e ragazzi del paese.

Non fu facile decidere come chiamarlo, e dopo svariate “fumate nere” convenimmo che il torrente Pioverna meritasse l’onore della testata. Trascorsero alcuni mesi con un crescendo di consensi, anche nei paesi limitrofi, per cui decidemmo che era giunto il momento di fare un ulteriore salto, e cioè di stamparlo e di distribuirlo sempre gratuitamente. Giugno del 1985 fu la data del cosiddetto “numero zero” e l’inaugurazione la celebrammo alle “Terme di Tartavalle”, davanti ad un’enormità di pubblico, che fu di buon auspicio.

L’area di distribuzione crebbe progressivamente e, fino a quando nei fui alla guida (1990), “il Pioverna” era distribuito in tutta la Valsassina e in un’edicola di Lecco.

PIOVERNA ADDIO/PARLA GOGGI, FONDATORE ED EX DIRETTORESecondo lei che ancora collabora con il mensile, non ci sono proprio più margini?
La crisi economica che stiamo ancora vivendo non ci induce a facili ottimismi perchè un giornale, non solo stampato, necessita per sopravvivere della raccolta pubblicitaria. E di questi tempi è difficile, se non impossibile, far quadrare i costi con gli introiti. Gli editori hanno posto “il Pioverna” in stand-by in attesa che si verifichi qualche evento favorevole al rilancio, ma sono molto scettico.

L’unica possibilità è che si faccia avanti qualcuno, meglio se è un imprenditore (singolo o in cordata), che voglia rilevare la testata e riproporla con l’indirizzo redazionale che ritiene. La cosa peggiore, come è avvenuto in passato, e che finisca più o meno palesemente nelle mani di un partito politico.
Suggerisco, per un possibile rilancio di questo giornale che è pur sempre un mensile, di stamparlo non a colori e di distribuirlo gratuitamente. Come ai vecchi tempi.


A suo avviso la carta stampata è morta?
Non è una novità che la carta stampata stia attraversando un difficile momento. Detto con franchezza, non sono molto ottimista soprattutto con l’avvento di testate on-line, come VN, che forniscono tutte le notizie in tempo reale, che non troverebbero spazio sulla stampa.  

In ogni caso il de profundis è una questione di tempo, direi generazionale. Quanto più l’opinione pubblica sceglierà il computer per avere delle informazioni, tanto più la stampa diverrà, purtroppo, obsoleta. 

 

 

 

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