LA MAIL PEC, DA “RIVOLUZIONE” DI BRUNETTA A BABY PENSIONATA



MILANO – 50 milioni di costi, meno di cinque anni di vita, un milione e settecentomila caselle di posta attivate di cui l’82% mai utilizzato. Queste le cifre della Pec, la Posta Elettronica Certificata, cavallo di battaglia della “rivoluzione” dell’allora ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Sistema di comunicazione di cui ora si celebrano, silenziosamente, le esequie.

Da luglio è stata posta in liquidazione la Cec-Pac (Comunicazione Elettronica Certificata tra la Pubblica Amministrazione e il Cittadino). Nel paese dove il digital divide incide ancora profondamente, l’iniziativa avrebbe dovuto sostituire in tutto e per tutto la raccomandata postale, ma lentezze istituzionali, complicazioni procedurali per una banale adesione e limiti alla gratuità del servizio hanno nemmeno troppo lentamente decretato il fallimento del servizio.

Fino al 17 luglio – scrive Rosario Palazzolo per Il Giorno – le caselle Cec-Pac sono state mantenute attive solo in modalità ricezione; ora c’è tempo solo fino al 17 settembre per il salvataggio dei messaggi ricevuti e dal giorno successivo sarà inibito l’accesso alla propria casella di posta. I possessori di Cec-Pac possono però richiedere il passaggio a una tradizionale Pec, che sarà gratuita per un anno.

> Leggi su Il Giorno l’articolo a firma Rosario Palazzolo

 

 

 

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