TESSERINO FUNGHI, CAOS NORMATIVO: LA COMUNITÀ MONTANA “DECIDE” LA GRATUITÀ PER TUTTI



BARZIO – Ospitiamo un intervento della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera a proposito del caos generato dall’accavallarsi di norme diverse sul famoso “tesserino” per la raccolta dei funghi.

Ecco le riflessioni di Pratobuscante, con conclusione pressoché obbligata: gratuità per tutti della raccolta e amara conseguenza: la “riduzione delle risorse disponibili per la tutela del patrimonio boschivo e delle risorse naturali”.

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Com’è noto, la legge Regionale n. 16 dello scorso 25 maggio ha dettato nuovi criteri di regolamentazione per la raccolta di funghi prevedendo, da una parte, che tale attività sia svolta a titolo gratuito su tutto il territorio regionale e, dall’altro, che i comuni ricompresi nel territorio delle comunità montane possano subordinare detta raccolta al pagamento di un contributo a carico dell’utente. Ciò può avvenire attraverso l’approvazione di una convenzione da stipularsi tra tutti i comuni interessati. Nella nostra Comunità montana si è aperto un vivace dibattito portato all’assemblea del 30 luglio u.s. con pareri non univoci sull’ipotesi di avvalersi della facoltà di reintrodurre la tariffa.

In forza di tale disposizione l’Assemblea della nostra comunità montana ha constatato l’impossibilità di approvare da parte di tutti i consigli comunali qualunque regola specifica per l’anno in corso e si era orientata per l’anno successivo a creare una disposizione che salvaguardasse non solo i residenti ma anche gli altri proprietari di immobili contribuenti IMU.

Improvvisamente, la delibera X/3896 della Regione Lombardia, integrata il 31 luglio con la DGR X/3947 pubblicata sul BURL del 5 agosto, prevedeva che le comunità montane che si avvalgano della possibilità di introdurre il pagamento del contributo possano esentare soltanto le categorie indicate all’articolo 2 del legge 352 del 1993, rappresentate da coltivatori diretti, soggetti che hanno in gestione propria l’uso del bosco, utenti di beni di uso civico e soci di cooperative agricolo-forestali. Ciò esclude che tra i soggetti esentati possano esserci anche i cittadini residenti nel territorio della comunità montana e tantomeno i villeggianti proprietari di immobili. Di fatto questa applicazione della legge, discutibile sia nel merito perché priva gli enti montani della reale possibilità di articolare una compiuta politica tariffaria, che nel metodo perché derivante da una delibera regionale intervenuta quando molti enti avevano già adottato i propri atti, vanifica la possibilità di una convenzione privando il contenuto della stessa dall’intendimento di esentare dal pagamento i cittadini residenti (e i possessori di immobili). Peraltro tale ipotesi non aveva trovato consensi in una riunione del Presidenti delle Comunità Montane lombarde.

In questo modo, di fronte alla impossibilità di attuare una politica tariffaria di salvaguardia per i residenti e i proprietari di immobili che, nonostante il testo della convenzione, si troverebbero comunque a pagare il contributo previsto dalla regione, la Giunta della nostra Comunità Montana ritiene che l’unica strada praticabile al momento sia quella di dare applicazione indiscriminata alla legge regionale, attuando la gratuità per tutti i cittadini, a prescindere dal loro luogo di residenza in attesa di altre determinazioni della Regione. Ciò determina il mancato introito del contributo che, è giusto ricordarlo, inevitabilmente produrrà una riduzione delle risorse disponibili per la tutela del patrimonio boschivo e la tutela delle risorse naturali (interventi a cui per legge è destinabile tale introito). Si rende quindi opportuno soprassedere per ora alla risoluzione assembleare, anche per non ingenerare degli equivoci e dei disagi in capo ai cittadini e ai soggetti preposti al controllo.

 

 

 

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