CORTENOVA – Destano preoccupazione i nuovi dazi Usa voluti da Donald Trump, sulle importazioni negli States di acciaio (25%) e sull’alluminio, del 10%, in vigore anche per l’Unione europea allo scadere dell’esenzione temporanea.
“Le conseguenze sui mercati saranno da tenere attentamente monitorate e da valutare – ha dichiarato recentemente il presidente di Confindustria Lecco, interpellato dai nostri giornali.
Ma qual è l’ottica della Valsassina, distretto delle flange, e in particolare che ne pensano nella più grossa e importante realtà del settore in Valle, le Officine Ambrogio Melesi di Cortenova?
Lo abbiamo chiesto direttamente ai vertici del colosso industriale capitanato da Ambrogio Invernizzi.
Ecco di seguito le considerazioni in materia rilasciate a VN dalla grande azienda valsassinese:
“Officine Ambrogio Melesi, leader mondiale nella produzione di flange e prodotti forgiati, è contraria ai dazi e ad ogni forma di protezionismo perché colpiscono aziende italiane come la nostra che, con continui investimenti, innovazione e ricerca, sono diventate realtà industriali importanti a livello mondiale e per il nostro territorio, riuscendo ad offrire prodotti e servizi migliori a costi contenuti, a favore di aziende locali estere meno efficienti.
Siamo inoltre convinti che i dazi penalizzino anche i mercati interni in cui vengono adottati in quando le aziende che utilizzano i prodotti che sono oggetto di dazi sono costrette ad acquistarli a costi maggiori.
In particolare, le misure protezionistiche imposte dall’amministrazione americana lo scorso anno nei confronti dei produttori di flange italiani, spagnoli e indiani e quelle appena istituite per i produttori europei di prodotti in acciaio e alluminio, penalizzano in modo importante le aziende che vivono di export, che investono in Italia e che fanno crescere un indotto radicato nel ns territorio.
Lo scorso mese, inoltre, l’amministrazione americana ha reimposto anche le sanzioni nei confronti dell’Iran, dettando tempi ristretti di attuazione per ultimare i contratti in essere e rendendo di fatto proibitive le esportazioni in questo Paese così strategico, anche ad aziende come la nostra che non è americana e non ha sedi negli USA e tutto questo, nonostante l’Italia e l’Unione Europea tutta ripeta di voler continuare a rispettare gli accordi presi con l’Iran.
Non ci sembra, neanche in questo caso, di essere sufficientemente tutelati dalle autorità italiane ed europee che dovrebbero avere a cuore il nostro territorio e la nostra cultura del lavoro“.